Lucca – mercoledì 10 aprile 2024 - Era il 1951 e Loreno Nottolini, longilineo ma possente passista scalatore, vinceva la prima corsa in assoluto del Team Fanini. A dirigerlo c'era, Lorenzo Fanini, il capostipite di una dinastia che negli anni ha scritto un importante pezzo di storia del ciclismo mondiale (sia maschile che femminile).Ci sono le immagini in bianco e nero che immortalano quello speciale momento che rimarrà sempre indelebile nella memoria sia della famiglia Nottolini che in quella Fanini. Loreno aveva cominciato a correre nel team Fanini nel 1948 e nel 1951, dopo tanti sacrifici era riuscito ad ottenere il primo successo. Era l'atleta preferito di Lorenzo, con cui negli anni aveva condiviso una splendida e profonda amicizia. Adesso i due si ritroveranno, presumibilmente, ad andare ancora in bicicletta insieme sulle strade del paradiso. Purtroppo un'automobile ha spento per sempre la luce nella vita di Loreno, proprio mentre era in sella alla sua amatissima bicicletta. Andare in bici infatti, era tutto per lui e anche quando aveva smesso di correre, non passava giorno senza che non si dedicasse a lei. La lavava, la puliva, la sistemava con cura e con devozione, proprio come si fa con l'amore più grande della propria vita. Loreno Nottolini si allenava ancora quasi tutti i giorni e nonostante l'età di 90 anni, il suo spirito e la sua passione erano rimasti invariati, proprio come lo erano la voglia di pedalare su quelle strade che da giovane gli avevano regalato tante belle soddisfazioni e successi. Ed è proprio su uno di quei tratti d'asfalto, nei pressi di Porcari, che Loreno, nel pomeriggio dell'8 aprile ha perso la vita, stroncata da una vettura che procedeva alle sue spalle e che le ho tamponato ed investito in pieno, senza che lui potesse fare niente per evitarlo. Raggiunto dai soccorsi è stato trasportato in codice rosso all'Ospedale San Luca, dove i medici hanno tentato per oltre quattro ore di salvargli la vita. Nonostante l'età avanzata infatti, Loreno godeva di una salute invidiabile, era forte ed in ottima condizione atletica. Tuttavia nonostante i tentativi, le ferite erano talmente gravi che non c'è stato nulla da fare e Loreno si è spento in nottata, seppur lottando come un leone fino all'ultimo secondo di vita. Adesso la magistratura chiarirà le dinamiche dell'incidente e se c'è la responsabilità della conducente, la giustizia farà il suo corso. Quel che è certo, almeno, è che Loreno è morto facendo quello che più amava fare nella vita: andare in bicicletta. E' un'amara consolazione per la famiglia e per i tanti amici, visto che sarebbe potuto restare ancora dell'altro tempo con noi, però questo epilogo, seppur amarissimo, rimarrà un segno tangibile del ricordo di Loreno e di ciò che il ciclismo significava per lui. Appresa la tragica notizia, Ivano Fanini, patron di Amore e Vita, che Loreno conosceva fin dal giorno della sua nascita, lo ricorda con immenso dolore: "Almeno una volta al mese passava a trovarmi qui nella nostra sede - spiega - era felice perché aveva un quadro speciale nel museo Fanini - Amore e Vita, proprio vicino alla mia scrivania, e come poteva essere altrimenti. Era passato di qui anche la scorsa settimana e ci siamo fatti un selfie insieme. Sono veramente addolorato per quanto accaduto perché so bene quanto lui fosse scrupoloso e attento in bicicletta e non prendeva mai rischi. Diceva che la bici era il segreto della sua salute ed effettivamente non se ne vedono in giro di novantenni che sembrano avere almeno 20 anni in meno. Era un nostro grande amico, uno di famiglia. Una persona gentile, cordiale e appassionata alla bicicletta come nessun altro che abbia mai conosciuto nella vita. Proverò sempre profondo affetto e immensa gratitudine per tutte le gioie che ha regalato a mio padre, a me, ai miei fratelli e alle nostre famiglie, vincendo numerose gare e indossando esclusivamente la maglia Fanini con onore per tutta la vita. Loreno è stato il nostro orgoglio, il primo pilastro nella storia della nostra squadra e rimarrà per sempre nei nostri cuori". Alle parole di Ivano si aggiungono anche quelle del figlio Cristian, anch'egli molto provato dalla triste notizia: "ricordo che quando correvo in bici era mio tifoso e che tutti i sabati, quando andavo a sistemare la bicicletta in vista della gara, lo trovavo nel negozio di mio zio Michele. Stava lì e lo guardava lavorare con ammirazione, parlava con mio nonno, con mio cugino Lorenzo e gli dava consigli per come mettere a punto le bici. Era romanticismo e magia pura, credetemi. Poi, a volte lo incontravo anche per strada e capitava che facessimo un pezzo di allenamento insieme. Ricordo il suo sorriso smagliante e gli occhi buoni ed illuminati di gioia quando parlava di ciclismo. Il suo amore per questo sport è sempre stato, e sarà sempre, un'immensa fonte di ispirazione per me" conclude Cristian Fanini.I funerali di Loreno Nottolini si svolgeranno domani, 11 aprile alla Chiesa di San Giusto di Porcari alle ore 15. |