Parigi (Francia) – sabato 3 agosto 2024 - Il ciclismo è tornato a casa, per le strade di Parigi, nella tradizionale e spettacolare scenografia della conclusione del Tour de France: ma come fu per gli europei di calcio in Inghilterra, anche qui ai Giochi i padroni di casa finiscono in lacrime. Con onore, visto che Madouas si piazza secondo e Laporte terzo, ma battuti. Vince, anzi è più corretto dire che trionfa, uno dei fenomeni di questa Olimpiade, il belga Remco Evenepoel, che già si era imposto nella cronometro: una doppietta mai riuscita a nessuno. E' lui Le Roi del ciclismo a Parigi 2024: regala a centinaia di migliaia di spettatori desiderosi di partecipare ai Giochi anche solo stando per strada a tifare, un'impressionante dimostrazione di capacità di pedalata, di tattica, di caparbietà. E si trasforma nell'epos olimpico che si fa persona quando festeggia un metro dopo il traguardo alzando la bicicletta, e sullo sfondo c'è la Tour Eiffel che pare quasi rendere omaggio all'eroe sportivo. Uscito in gran forma dal Tour in cui è arrivato terzo, la sua capacità agonistica è rimasta in Francia e lo ha fatto vincere prima mulinando le gambe a mille per imporsi nella cronometro a spese di Pippo Ganna, e oggi con uno scatto micidiale a 15 km dal traguardo, sulla Butte de Montmartre letteralmente invasa dal pubblico entusiasta. In questo modo Remco ha staccato l'unico che fino a quel momento gli aveva resistito, Valentin Madouas. In poco tempo Evenepoel ha guadagnato poco più di un minuto sul rivale, e l'unico avversario vero è stato a quel punto una foratura a 3,6 km dalla conclusione: ma lo staff del Belgio gli ha passato in fretta un'altra bici. Brivido elaborato solo un po' dopo, mentre pedalava verso la vittoria, quando ha fatto un gesto liberatorio con la mano e una smorfia che dicevano al mondo «che spavento». Oggi comunque, al di là della retorica, non ha vinto solo questo fuoriclasse ma il ciclismo in sè. Con la passione connaturata di tutto un Paese che è patria di questo sport popolare per definizione. Il ciclismo in Francia è nato, con la disputa della prima corsa nel parco di Saint-Cloud, nel 1868. E oggi il cerchio si è chiuso con una straordinaria consacrazione olimpica. La gara è stata una corsa di grande spessore, sembrava una classica arricchita dall' epos di Olimpia, ravvivata anche dagli scatti di un Mathieu Van der Poel che non voleva darsi per vinto. L'olandese nipote di Raymond Poulidor, grande campione francese che però non ebbe mai la soddisfazione di indossare la maglia gialla al Tour, non è riuscito a rientrare su Evenepoel, marcato ogni volta con ferocia da un Wout Van Aeert implacabile. Mentre la gente impazziva, dietro le transenne c'era un'autentica muraglia umana, l'entusiasmo toccava l'apice ogni volta che i campioni in gara passavano dalle parti del Moulin Rouge e salivano verso Montmartre. Uno spettacolo nella spettacolo, una cosa mai vista nelle passerelle finali del Tour verso i Campi Elisi. E l'Italia? Se nella crono Ganna era stato l'unico ad impensierire Evenepoel, stavolta la spedizione azzurro deve accontentarsi del 23/o posto del campione nazionale Alberto Bettiol e già guarda alla gara in linea femminile di domani. Quanto ad Evenepoel, al di là dei gesti simbolici al traguardo, esibisce nelle interviste gioia contenuta: «Questa è la mia stagione perché ho ottenuto esattamente ciò che volevo: il terzo posto al Tour, e poi le vittorie qui nella crono e oggi. Non è la prima volta che vinco una corsa ma questa volta mi sembra un sogno. La foratura a meno di 4 km dal traguardo? Certo non aiuta, visto come sale l'adrenalina in quei momenti.Però è andata bene ugualmente. Per vincere sapevo che avrei dovuto andare all'attacco e l'ho fatto, anche se lo strappo di Montmartre non era esattamente l'ideale per me. Ma per primeggiare bisogna anche osare». Una filosofia di vita agonistica che per il belga è una garanzia. Un esempio? basta rivedere comne vinse il Mondiale 2022 in Australia, lì ci sono tutta la classe e il cuore di Remco Evenepoel, da oggi Le Roi. ORDINE DI ARRIVO 1 Remco Evenepoel Belgio km 272,100 in 6h19’34” media 43.012 km/h 2 Valentin Madouas Francia a 1’11” 3 Christophe Laporte Francia a 1’16” 4 Attila Valter Ungheria 5 Toms Skujiņš Lituania 6 Marco Haller Austria 7 Stefan Küng Svizzera 8 Jan Tratnik Slovenia 9 Matteo Jorgenson Stati Uniti 10 Ben Healy Irlanda a 1’20” Così gli azzurri: 23 Alberto Bettiol a 2’20”; Luza Mozzato a 7’23”. Ritirati: Elia Viviani |