Amburgo (Germania) - martedì 5 settembre 2006 - Il presidente del Comitato Olimpico tedesco ha esortato Jan Ullrich a rompere il silenzio per rispondere alle accuse di doping ricevute e rivelare ogni informazione in suo possesso. «Taglia corto, sottoponiti ad un test del Dna e dì tutto», ha detto Thomas Bach, in un'intervista che verrà pubblicata domani dal magazine Sports Bild, riferendosi allo scandalo spagnolo che ha coinvolto il tedesco Ullrich e altri ciclisti di fama internazionale portando il vincitore del Tour de France del 1997 a subire il licenziamento dalla T-Mobile. Il massimo esponente dello sport tedesco ha spiegato che una dichiarazione esaustiva da parte di Ullrich sarebbe «liberatoria» per lo stesso corridore e costituirebbe «un passo in avanti nella restituzione della credibilità» per tutto lo sport. Ullrich, nel mirino degli inquirenti spagnoli per il suo sospetto ricorso alle presunte pratiche dopanti del medico Eufemiano Fuentes, rischia una squalifica a vita da parte dell'Uci, l'Unione Ciclistica Internazionale, in virtù di una sua precedente sanzione per violazione dei regolamenti sulle sostanze proibite. Recentemente l'ex capitano della T-Mobile si era rifiutato di sottoporsi ad un test del Dna: «Non devo provare la mia innocenza», aveva detto, «sono un ciclista professionista, non un assassino o un criminale». Nel mese di luglio Ullrich aveva assicurato al tabloid svizzero Blick di non avere mai assunto sostanze dopanti: «Non ho mai ingannato altri ciclisti nel corso della mia carriera. Questo è un dato di fatto», aveva affermato. Sabato, infine, l'ultima dichiarazione, affidata al suo sito internet ufficiale: «Come sapete ho preso la decisione, in piena coscienza, di non commentare nel dettaglio le molte ed imprecise notizie pubblicate», aveva sottolineato. È di oggi, invece, la rivelazione della Sueddeutsche Zeitung sui collegamenti tra Ullrich e la tv tedesca Ard, che avrebbe versato al ciclista 195mila euro all'anno, a partire dal 1999, in cambio di interviste ed altre collaborazioni. Secondo il quotidiano i pagamenti, versati trimestralmente su un conto del corridore aperto presso una banca svizzera, sarebbero stati interrotti da Ard per un anno quando nel 2002 Ullrich fu sospettato di doping.
In base alle rivelazioni della Sueddeutsche Zeitung nell'accordo tra l'emittente televisiva ed il vincitore della Grande Boucle del 1997 figuravano anche incentivi in caso di vittorie al Tour de France o nel Giro di Germania. In particolare Ard si sarebbe impegnata a pagare 20mila euro per ogni vittoria di tappa al Tour e 65mila euro per la maglia gialla sugli Champs Elisees. Secondo un recente reportage realizzato dalla stessa Ard le pratiche di trasfusioni di sangue messe in pratica da Fuentes si sarebbero svolte anche in diversi appartamenti ed hotel di Amburgo prima dell'ultimo Tour de France. Coinvolti, secondo i documenti (scritti in spagnolo) in possesso degli investigatori tedeschi, molti ciclisti professionisti di primissimo livello tra cui lo stesso Ullrich. Nel mese di agosto l'emittente principale tedesca, Zdf, aveva avvertito la federciclismo tedesca e i delegati delle 3 squadre professionistiche tedesche che avrebbe continuato a trasmettere gare ciclistiche rivedendo i contratti con gli organizzatori delle manifestazioni solo in cambio di garanzie su gare «sane» e prive di «sostanze proibite». Nikolaus Brender, delegato di Zdf, aveva sottolineato l'intenzione delle emittenti nazionali di cautelarsi tramite speciali clausole contrattuali dal rischio di corse sporcate dal doping.
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