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12/07/2007

DOPING - Di Luca: il Giro non è a rischio. Stop di un anno in arrivo

Roma - sabato 12 luglio 2007 - La sua maglia rosa non è certo a rischio, ma le frequentazioni, e non per motivi di amicizia, con il suo padrino di battesimo, il medico Carlo Santuccione, già squalificato nel 1999 (per 5 anni) dalla Federciclismo, potrebbero mettere fine alla stagione dell'ultimo vincitore del Giro d'Italia, Danilo Di Luca, con tanto di addio ai suoi sogni mondiali di fine settembre.
   La Procura Antidoping deciderà un eventuale deferimento entro la prossima settimana, probabilmente dopo aver risentito Eddy Mazzoleni (per lui la richiesta dovrebbe essere di due anni), e per il corridore abruzzese il procuratore Ettore Torri potrebbe chiedere una squalifica di circa 1 anno, che metterebbe fine, di fatto, alla stagione agonistica del ciclista della Liquigas.
   “E’ una storia vecchia di tre anni fa aveva detto nei giorni scorsi Di Luca, non vedo l'ora di spiegare tutto alla Procura Antidoping, poi vedremo. Siccome ho vinto il Giro, sono il ciclista più in vista e anche per loro può essere vantaggioso”.
   Questa mattina, finalmente, l'atteso interrogatorio negli uffici della curva sud dello stadio olimpico, con un Danilo Di Luca, accompagnato dai suoi legali (Federico Cecconi e Tommaso Marchese, che tra l'altro è anche un membro della commissione ministeriale dell'antidoping), apparso sereno e convinto di aver chiarito tutta la sua situazione, forte anche dell'archiviazione del Gip di Pescara di pochi giorni fa, e pronto a rientrare alle corse per preparare al meglio il suo grande obiettivo stagionale: i mondiali di Stoccarda.
   “Ho spiegato tutto quello che sapevo. E' stato un incontro cordiale, sono molto fiducioso per il mio futuro -ha confidato Di Luca - dopo le due ore di interrogatorio sono certo di uscire pulito da questa situazione. Mi sto già allenando intensamente, il mio grande obiettivo restano i mondiali e farò di tutto per presentarmi al top della forma”.
   Di parere diverso, il procuratore Torri, che si è detto non del tutto soddisfatto dell'interrogatorio: “E' vero che il corridore ha risposto a tutte le domande - ha spiegato - ma ha anche ribadito di non essere minimamente coinvolto in questa vicenda. I legali del corridore hanno presentato una memoria difensiva, allegando anche l'archiviazione nel processo di Pescara, valuteremo la situazione del corridore nei prossimi giorni”.
   Ad accusare Di Luca, secondo la Procura, ci sono delle intercettazioni ambientali e telefoniche raccolte dai Nas di Firenze in un documento di 572 pagine: in particolare Torri ha chiesto lumi sulla telefonata che lo stesso Di Luca ha fatto a Santuccione, il 27 gennaio 2004, quando si trovava all'Acqua Acetosa per il prelievo di idoneità: “Mi hanno chiesto anche l'urina” - spiegava preoccupato al dottore che lo rassicurava, pur dicendosi sorpreso di non essere stato informato del controllo – “Se è poca non hai nulla da temere”; e l'intercettazione telefonica del 17 marzo 2004, “Corri qui, dobbiamo farla subito”, dice il medico a Di Luca, che poi si reca con 'Alessandro' nello studio per il trattamento, seguita poco dopo dal video in cui si vede Santuccione, che aspira con due siringhe il contenuto di due fiale ed esce dallo studio per recarsi nell'altra stanza, dove secondo i Nas ci sono lo stesso Di Luca e Spezialetti: dentro le fiale, per i carabinieri, c'è eritropoietina.
   Difficile dimostrare cosa ci fosse effettivamente, ma le intercettazioni nelle mani della Procura potrebbero bastare per far scattare il deferimento. I fatti risalgono al 2004 e dunque non c'è alcun rischio per la vittoria all'ultimo Giro d'Italia, ma dopo la squalifica di Basso e Scarponi, e la proposta di sanzione per Petacchi, sarebbe l'ennesimo duro colpo per la credibilità del ciclismo.