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27/09/2007
DOPING - Di Luca deferito dalla Procura del Coni. Stoccarda addio. Scagionato a Pescara
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Giovedì 27 settembre 2007 - La Procura del Coni ha defeirito Danilo Di Luca per il coinvolgimento nell'inchiesta penale Oil for Drugs. L'abruzzese dovrà quindi rinunciare al mondiale di domenica. Chiesta per l'abruzzese una squalifica di quattro mesi. ''L'Ufficio di Procura Antidoping del Coni, presieduto da Ettore Torri e dal vice presidente Franco Cosenza, - si legge sul sito del Coni - ha disposto il deferimento dell'atleta di livello internazionale Danilo Di Luca al competente Giudice di Ultima Istanza in materia di doping presso il Coni per l'applicazione della sanzione della sospensione dall'attività per mesi quattro''. “E' uno scandalo: la Procura ha fatto tutto ad hoc per non farmi correre il mondiale”. Danilo Di Luca ha reagito con prevedibile durezza alla notizia del suo deferimento per la frequentazione del medico Santuccione in relazione alla inchiesta Oil for Drugs. “Vado a casa alla vigilia del mondiale e non mi posso neanche difendere . - ha detto l'abruzzese in una conferenza stampa a Casa Italia -. L’aver ricevuto oggi il deferimento esattamente alle 19.24 mi impedisce di difendermi. Domani il Tas è chiuso e non posso appellarmi: siamo arrivati all'apice... ci sono persone appassionate di ciclismo come il dottor Torri che vogliono davvero bene al ciclismo”, ha detto stizzito Danilo Di Luca. “Il Coni si è lavato le mani lasciando tutta la responsabilità alla Fci - ha continuato Di Luca -. Andrò a casa senza essere stato mai squalificato, Ho fatto sacrifici, come tutti i corridori, sono mesi che mi alleno per il Campionato del Mondo, ma domenica non potrò partecipare: questo deferimento è servito solo a non farmi fare il mondiale”. Di Luca si è detto certo che la verità salterà fuori: “Sono stato deferito per quattro mesi per la frequentazione di Santuccione - ha insistito - ma verrò assolto al 100%. I miei rapporti con Santuccione risalgono a quando avevo 8 anni... ed è sempre stato il mio medico di base. Sul mio conto non c'è niente che mi possa far condannare: Santuccione ha 2 mila pazienti e 300 fanno sport e non mi risulta che siano stati deferiti”. “Dispiace anche a noi - ha detto a sua volta il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco -. Specie per la tempistica del deferimento... Mai eccepito sul lavoro dei organi superiori, ora speriamo di far presto con la giustizia”. Di Luca ieri aveva annunciato di volersi rivalere: “Querelerò chi di dovere - ha aggiunto infine - intanto do appuntamento per il 20 ottobre al Lombardia”, ha chiuso. Di Luca tornera in Italia già domani mattina. E’ però una beffa doppia per l’ultimo vincitore del Giro nei confronti del quale il pubblico ministero Aldo Aceto oggi a Pescara aveva reiterato la richiesta di archiviazione, già formulata lo scorso 18 giugno, del procedimento stralcio per doping nel quale è coinvolto Di Luca. Al termine dell'udienza preliminare - svoltasi nel pomeriggio - il Gup di Pescara Luca De Ninis si era ritirato in camera di consiglio per la decisione. Anche la difesa di Di Luca, rappresentata dall'avvocato Tommaso Marchese, aveva chiesto l'archiviazione. L'inchiesta aveva avuto origine dalle dichiarazioni di Alessio Starinieri, pescarese con vari precedenti penali, querelato nel 2005 per minacce dal fratello di Di Luca, Altobrando. Agli agenti della Forestale che gli notificarono la querela, Starinieri mostrò un thermos nel quale disse di custodire, dal 2004, sacche con il sangue di Danilo Di Luca consegnategli dal fratello. Tuttavia, non firmò la dichiarazione che gli fu sottoposta e il thermos non fu sequestrato. In seguito altri ufficiali gli chiesero, senza esito, di consegnare le sacche, di cui non diede più conto.
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