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03/11/2007
DOPING - Sinkewitz confessa iniezione di cortisone
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Sabato 3 novembre 2007 - Patrick Sinkewitz mette ulteriormente nei guai la T-Mobile. Il corridore tedesco, risultato positivo al testosterone durante il Tour 2007 e licenziato dalla formazione teutonica, ha confessato di aver ricevuto un'iniezione di cortisone, lo scorso aprile, presso la clinica universitaria di Friburgo. A rivelarlo è stato il portavoce del tribunale di Friburgo, Wolfgang Meier: con questa nuova accusa, Sinkewitz mette a nudo pecche non da poco nel sistema antidoping professato dai nuovi dirigenti della T-Mobile. Sinkewitz, 27 anni, vincitore del Giro di Germania del 2004, ha anche confessato a Der Spiegel di aver fatto uso di testosterone e di aver fatto conoscenza con il doping, nel 2003, alla Quick Step. Non bastasse Sinkewitz ha completamente scagionato il due volte iridato Paolo Bettini dall'accusa di avergli fornito il gel al testosterone. La notizia si era diffusa alla vigilia del recente mondiale di Stoccarda, vinto per la seconda volta dal toscano che, furibondo per l'accusa, aveva minacciato di adire le vie legali. Nell'intervista al settimanale Der Spiegel, Sinkewitz nega di essere stato lui a mettere in circolazione la calunnia. "No, non sono stato io – spiega - stavo facendo acquisti, quando Bettini mi ha chiamato per chiedermi spiegazioni sulle accuse che gli avrei rivolto. E' stato tutto un errore. Forse il nome di Bettini è stato pronunciato nel corso di un colloquio con la commissione antidoping del Brd (la federazione ciclistica tedesca, ndr), ma io non ho mai detto di avere ricevuto le sostanze (dopanti, ndr) da lui. Questa cosa l'hanno costruita quegli altri (della federazione, ndr). Bettini mi ha avvertito: “Se sei stato tu a dirlo, passi i guai. Io l'ho tranquillizzato". Sinkewitz ammette poi di essersi dopato, ma di aver cominciato a farlo dopo aver lasciato la Mapei. "Nei primi due anni da professionista sono stato in Italia, nella squadra giovanile", dichiara, "abbiamo partecipato a piccole corse, di doping neanche a parlarne". Il tedesco rivela di avere cominciato a doparsi nel 2003, quando era entrato a far parte della squadra belga Quick Step. "Ormai non è più un segreto per nessuno – spiega - che allora era l'epo a darti la carica". Quando è passato alla tedesca della T-Mobile ha cominciato a doparsi con le trasfusioni di sangue. "Nel novembre 2005 in occasione della prima riunione posi concretamente la domanda - afferma - e mi fu risposto che era possibile". Sinkewitz racconta che quando si dopò per l'ultima volta, prima di essere scoperto l'8 giugno scorso in occasione di un allenamento, pensava di farla ancora una volta franca, sicuro che la quantità minima utilizzata non sarebbe stata rilevata ai controlli. "Avevo nel mio portamonete due o tre sacchetti di gel al testosterone – rivela - che ho spalmato la sera del 7 giugno sulla parte superiore del braccio prima di addormentarmi. La busta l'ho gettata nel gabinetto". Dopo aver confessato ampiamente le pratiche di doping adottate ed aver fatto da teste principale di accusa contro due medici della clinica universitaria di Friburgo, nel frattempo già licenziati, il corridore spera che gli venga dimezzata la squalifica di due anni e annuncia di voler riprendere le gare. "Non posso fare altro", ha spiegato.
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