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05/11/2005
DOPING - Inchiesta "Doping Ter": 26 richieste di rinvio a giudizio, ci sono anche Chicchi e Gualandi oltre ai rugbisti Faliva e Ongaro
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Padova - 5 novembre 2005 - Anche il "Doping ter" arriva al capolinea. Il voluminoso fascicolo sul traffico di sostanze dopanti destinate a ciclisti e rugbysti ha lasciato la segreteria del pubblico ministero Paolo Luca e ha preso la via dell'ufficio del giudice dell'udienza preliminare. Il magistrato chiede il rinvio a giudizio di tutti i 26 imputati. Ma in quattro hanno già concordato il patteggiamento con il rappresentante dell'accusa. L'imputazione più grave è l'associazione per delinquere, contestata ai fratelli Nicola e Alberto Trolese , Fabio Tugnoli, Ivano Gemin (ciclisti cicloamatori), Loris Poli, Guiscardo Casellato (noto pasticcere trevigiano). Seguono Ivans Baggio, Giuseppe Bernardi (ciclista cicloamatore), Nicola Bevardo, Carlo Chiaron (direttore sportivo), Francesco Chicchi (all’epoca dei fatti ciclista dilettante della Fci), Lorenzo De Toffoli, Stefano Fabbretti, Gianluca Faliva e Fabio Ongaro (giocatori del Benetton e appartenenti alla Nazionale italiana di rugby), Alex Gualandi (ciclista dilettante), Fabrizio Marzo, Renis Mosole (figlio de re della ghiaia Remo), Roberto Picchetti (farmacista), Thomas Randi (ciclista cicloamatore), Vera Tessari (dipendente di una ditta farmaceutica), Gianantonio Tolio (ciclista cicloamatore). Hanno chiesto di patteggiare Guiscardo Casellato, Fabio Tugnoli, Alex Gualandi e Roberto Picchetti. Le pene concordate vanno fino ad 1 anno e 10 mesi. Le indagini erano state avviate il 15 aprile 2003, con il blitz partito dalla videoteca di proprietà di Nicola Trolese , atleta di Carmignano di Brenta. Quello stesso giorno i carabinieri del Nas eseguirono decine di perquisizioni in tutt'Italia. Il secondo blitz era scattato il 23 maggio con un'ordinanza di custodia cautelare del giudice delle indagini preliminari Rita Bortolotti, chiesta dal pubblico ministero Paola Cameran, che aveva avviato l'inchiesta. Durante le perquisizioni gli investigatori sequestrarono un grosso quantitativo di farmaci proibiti, comprese alcune specialità di esclusivo utilizzo ospedaliero. "Profumo della Tommy Lee", oppure "gigio", "un bel 2000 in vena", "dina", "quelle argentine scadute", "un pacchetto nella posta". E poi ancora "testa", "epi", "chewingum", "gonfiare i copertoni", "tirare i raggi". Parole in codice che nelle tante intercettazioni (sms compresi) avrebbero indicato un lungo elenco di farmaci dopanti, alcuni ungheresei altri sottratti dagli ospedali. Gastrogel, Benadon, Daktarin, Protovit, Artrosilene, Otrivin: in gocce, in fiale iniettabili, in pasticche. Furono 38 le farmacie venete che il Nas di Padova ha controllato. Nei confronti di 7 titolari sono state elevate contravvenzioni mentre altri dieci sono stati denunciati per violazione della legge sul doping, più due collaboratori. Tre sono i medici compiacenti.
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