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11/02/2009
DOPING - Operacion Puerto: la procura del Coni convoca Valverde
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Roma - mercoledì 11 febbraio 2009 - Rischia due anni di squalifica in Italia lo spagnolo Alejandro Valverde, convocato dal Coni per lunedì prossimo, a Roma (ore alle ore 12 negli uffici dello Stadio Olimpico). Con una clamorosa riapertura del capitolo Operacion Puerto, il Comitato olimpico contesta al corridore della Caisse d'Epargne “la violazione degli articoli 2.2 del Codice Wada e 2.11 delle Norme sportive antidoping italiane”. Il deferimento al Tribunale nazionale antidoping scatterà dopo che oggi è stata annunciata la contestazione, immediatamente comunicata all'Uci e all'Agenzia mondiale antidoping. Il 29 agosto 2007 l'Uci aveva vietato a Valverde la partecipazione ai campionati del mondo, invitando la federazione e la giustizia spagnola ad indagare su di lui; ne nacque un braccio di ferro con la federciclismo di Spagna, sfociata nella sentenza del Tas di Losanna che alla vigilia della gara di Stoccarda diede l'ok alla partecipazione di Valverde con la maglia della Spagna. Secondo il Coni, il nome in codice Valv-Piti (quest’ultimo il nome del cane), che venne trascritto dal dottor Eufemiano Fuentes, l'uomo al centro dell'Operacion Puerto, è proprio quello di Alejandro Valverde. La prova sarebbe arrivata dell'esame del dna, dopo un test sangue-urine effettuato il 21 luglio dell'anno scorso, quando la carovana del Tour de France sconfinò in Italia, facendo tappa a Prato Nevoso, in Piemonte. Fu allora, al termine di quella 16^ tappa del 21 luglio 2008, che scattarono i controlli sul sangue dello spagnolo, che si trovava al 9° posto in classifica e aveva già vestito la maglia gialla dopo la prima tappa: Valverde venne controllato insieme ad altri atleti (tra i quali il lussemburghese Frank Schleck e altri cinque della Csc). L'Operacion Puerto viene alla luce il 23 maggio di tre anni fa e, ancora oggi, viene considerato il più grande scandalo di doping legato al traffico di sacche di sangue con i valori alterati. Sono stati finora una cinquantina i corridori coinvolti nello scandalo, ma le condanne sono apparse poco esemplari. In Italia, a pagare sono stati stato Ivan Basso, già rientrato alle gare dopo avere scontato una condanna di due anni; ma anche Michele Scarponi, condannato a 18 mesi;in Germania coinvolti Jan Ullrich e Jorg Jaksche. Di nomi che ancora non sono venuti fuori, però, ce ne sarebbero ancora tanti. E non solo collegati al ciclismo. Adesso, nell'occhio del ciclone è finito Valverde che, con la Caisse d'Epargne, nel 2008 si è aggiudicato 11 gare, tra cui una tappa al Tour (dove ha indossato la maglia gialla), una alla Vuelta di Spagna, la Liegi-Bastogne-Liegi e la Clasica San Sebastian che si disputa nel mese di agosto. Il nome di Valverde è sin dall'inizio legato all'indagine riguardante il doping tramite emotrasfusione o Epo di molti corridori venuta alla luce alla vigilia del Tour 2006. Lo spagnolo è stato collegato all'indagine anti-doping perché una delle sacche “di coagulo” confiscate dalla polizia spagnola nel 2006 porta il nome del suo cane, Piti. Ma non essendo presente tra i 58 nomi trovati nell'elenco ufficiale degli assistiti da Fuentes, Valverde, anche grazie all'appoggio della federazione spagnola, non era mai stato pubblicamente indagato o tanto meno squalificato. Attualmente, Valverde ha un procedimento pendente presso il Tas di Losanna, aperto dalla Wada, l'agenzia mondiale antidoping, dopo l'assoluzione in primo grado da parte della federazione ciclistica spagnola. Alejandro Valverde Belmonte è nato a Las Llumbreras (Spagna) il 25 aprile 1980. Professionista dal 2002 ha vinto tre importanti classiche di primavera (due Liegi-Bastogne-Liegi e una Freccia Vallone), diverse tappe alla Vuelta di Spagna e due al Tour de France, oltre a numerose corse spagnole come la Classica di San Sebastián, la Vuelta a Murcia o la Volta Valenciana. Inoltre ha ottenuto due bronzi e un argento ai campionati del mondo. La convocazione è il primo passo verso il deferimento.
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