Mestre (Venezia) - mercoledì 5 aprile 2006 - Il "memoriale" di Roberto Caon, l’ex funzionario di BancaIntesa che ha gettato sul lastrico almeno una cinquantina di mestrini è fatto di quattro paginette scritte con la macchina da scrivere. Fogli pieni di parole, di preoccupazioni e dove si può leggere una verità del crack che ha coinvolto molte persone che a lui si affidavano peri propri risparmi. Nella sua «memoria» Caon rivela di aver iniziato a gabbare i risparmiatori che a lui si affidavano alla metà degli anni Novanta e tutto per cercare di avviare una trattativa per aiutare una conosciuta tipografia del centro di Mestre che si trovava a quel tempo in cattive acque e che necessitava non solo di liquidi, ma anche di un acquirente che risollevasse le sorti della ditta.
Il "memoriale" di Roberto Caon, l'ex funzionario di BancaIntesa che ha gettato sul lastrico almeno una cinquantina di mestrini è fatto di quattro paginette scritte con la macchina da scrivere. Fogli pieni di parole, di preoccupazioni e dove si può leggere una verità del crack che ha coinvolto molte persone che a lui si affidavano per i propri risparmi. Ed è proprio attraverso questo documento che ora gli avvocati dei truffati fanno riferimento per la loro azione legale di risarcimento nei confronti di BancaIntesa, visto e considerato che, nonostante Caon fosse andato in pensione nel marzo 2003, l'uomo continuasse a frequentare gli uffici di via Lazzari, ad intrattenere rapporti con la clientela dietro una scrivania dell'agenzia, anche se negli ultimi tempi, forse proprio perchè aveva il fiato corto e sentiva che il "castello" costruito in tanti anni stava crollando si incontrava con i "clienti" nell'androne della Banca o nelle immediate vicinanze. Ma che cosa rivela il "memoriale" scritto da Caon? Intanto sembra che l'ex funzionario di banca lo abbia scritto nel luglio scorso. In sostanza, per rispondere, alla querela presentata da BancaIntesa che, alle prime avvisaglie, lo aveva denunciato per truffa e falso in scrittura privata. Nella sua «memoria» sostanzialmente, dopo aver presentato brevemente il proprio curriclum lavorativo, Caon rivela di aver iniziato a gabbare i risparmiatori che a lui si affidavano alla metà degli anni Novanta e tutto per cercare di avviare una trattativa per aiutare una conosciuta tipografia del centro di Mestre che si trovava a quel tempo in cattive acque e che necessitava non solo di liquidi, ma anche di un acquirente che risollevasse le sorti della ditta. Un'operazione, quindi, delicata e che a poco a poco si è trasformata in un incubo bell'e buono e che ha ingoiato, almeno apparentemente fior fiore di quattrini. Ed è proprio nel "memoriale" che Caon delinea la folle strategia che lo ha portato negli anni a raggranellare denaro. «Mi industriai a chiedere denaro - sottolinea in un paragrafo - per cercare di risolvere quella vicenda. Per questo ho utilizzato dal 1995 titoli e moduli prima del Banco Ambroveneto e poi di BancaIntesa, ricevendo denaro per titoli annuali e semestrali. Tali somme venivano utilizzate per i pagamenti dei debiti aziendali». Un'attività proseguita per anni, illudendo i risparmiatori che a lui si rivolgevano e che, invece, erano convinti che tutto funzionasse per il meglio, ma che alla fine non portò a nessun risultato positivo tanto che nel 2001, la tipografia mestrina fallì definitivamente. Tutti questi soldi solo per aiutare una ditta mestrina? Chissà. Ed proprio su questo, ma anche sul ruolo svolto da Caon in seno alla Banca anche dopo essere andato in quiescenza che si misurano le attenzioni degli avvocati interessati dai truffati. Un numero che cresce di ora in ora. E non è escluso che, dopo le notizie di questi giorni, altre persone si rivolgano ad un legale per farsi tutelare visto che sono in scadenza molti dei titoli fasulli sottoscritti da Caon negli uffici di BancaIntesa. Paolo Navarro Dina UN TRUFFATO - «Sono andato in banca, non c'era un soldo» (p.n.d.) Ha trentadue anni e una vita distrutta. Se ne accorto in questi giorni quando aprendo i giornali ha rischiato di svenire quando ha capito che quel funzionario di banca sparito era il "suo" punto di riferimento negli uffici di BancaIntesa. Roberto Caon, in passato, aveva consigliato alcuni investimenti non solo a lui, ma anche al padre scomparso alcuni anni fa. Ora, lui come tanti altri, ha deciso di rivolgersi ad un legale - l'avvocata Daniela Ajese - per cercare di recuperare i soldi spariti. Una cifra di tutto rispetto: ben 273 mila euro ovvero l'«eredità» del padre e quello che lui, in qualche modo, era riuscito a metter da parte. «L'ultima volta che ho visto Caon - racconta il trentaduenne trattenendo a stento le lacrime - è stato il 27 gennaio scorso quando è arrivato sotto casa mia per consegnarmi le ricevute degli ultimi investimenti. Mi è sembrato un po' strano, ma non vi ho fatto molto caso perchè mi sono sempre fidato lui. In un certo senso il fatto che sia venuto fin da me, l'ho vista come una cortesia». In realtà, l'atteggiamento di Caon serviva a dimostrare l'imminenza della truffa. Probabilmente, l'ex funzionario di banca sentiva già terreno bruciato attorno. «La mia vicenda - racconta il trentaduenne - è iniziata nel 1994 quando insieme a mia madre abbiamo deciso di rivolgersi a Caon per investire i nostri risparmi. Con lui c'era un legame di amicizia e di cordialità. Ci ha sempre ricevuto in ufficio e anche quando era in pensione, ci incontravano in agenzia. Qui, al primo piano, abbiamo stipulato tutti i contratti e i certificati di deposito. L'ho sempre trovato in agenzia ogni volta che mi sono recato in via Lazzari. Era lì nel 2004 e anche l'anno scorso. In un'occasione mi disse anche che aveva un contratto di collaborazione vista l'esperienza che portava con sè». Una situazione apparentemente normale. Ma come era possibile che Caon nonostante fosse in pensione, potesse agire indisturbato nell'agenzia di via Lazzari? «Non mi sono mai posto questo problema - spiega candidamente l'uomo - perchè pensavo avesse quel contratto di collaborazione che aveva sbandierato in un'altra occasione, e non solo perchè si muoveva negli uffici con disinvoltura, ma anche perchè, ogni volta era in grado di risolvere piccole mie richieste estemporanee come quella di ottenere un estratto conto. Bastava chiederlo e te lo faceva avere il giorno dopo... In questo modo, con questo comportamento non poteva che fugare ogni mio dubbio». Caon non ha mai tradito alcun nervosismo, «Ha sempre avuto un atteggiamento professionale - dichiara il trentaduenne - Non ha mai fatto trapelare alcunchè. Non traspariva nulla». Poi lo choc di questi giorni: «Ho visto le notizie sui giornali locali e mi sono diretto immediatamente in banca. Ho mollato tutto, ho chiesto un giorno di ferie al lavoro e mi sono recato in banca con i cedolini degli investimenti. Ricordo ancora adesso la frase detta alla cassiera:.. "Mi dica che sono veri e che sono tutti recuperabili". La cassiera sconsolata dopo aver visto la mia documentazione mi ha guardato e mi ha detto: Sa, penso proprio che qui, nella nostra agenzia, non ci sia nulla di tutto questo... É stato un colpo mortale!».
UN COMITATO D'AIUTO - E ora si muovono anche i consumatori per dare un sostegno alle persone truffate. «Ancora una volta i pochi controlli sulle attività delle banche hanno portato all'ennesima truffa a danno dei consumatori». Si esprime così Valter Rigobon, segretario generale Adiconsum Veneto, la sua perplessità dopo il caso dell'ex funzionario di Banca Intesa, Roberto Caon, che avrebbe truffato decine di persone che a lui si rivolgevano con fiducia e nella speranza di poter conservare i propri risparmi senza problemi. «È ora che Consob assieme a Banca d'Italia e a tutte le banche italiane - prosegue Rigobon - garantiscano la tutela delle persone soprattutto quando ci si serve di promotori in questioni così delicate». Insomma, l'associazione di consumatori si offre a tutela dei truffati. Per questo l'Adiconsum ha deciso di costituire un comitato a favore delle persone truffate a cui rivolgersi per cercare di ottenere giustizia. Il responsabile del comitato sarà Savino Perale, segretario generale Adiconsum Venezia, e la sede operativa sarà presso Adiconsum-Cisl Venezia, in via Cà Marcello, 10, a Mestre. da Il Gazzettino di Venezia
|