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11/03/2009

DOPING - Nas, 12 arresti al Nord. In manette Gianni Da Ros

Mercoledì 11 marzo 2009 - I carabinieri del Nas hanno arrestato 12 persone per un giro di sostanze dopanti in quattro regioni del Nord. Per un'altra persona è stato disposto l'obbligo di firma; 64 gli indagati, molti dei quali frequentatori di palestre di body building. Tra gli arrestati, un ciclista professionista non affermato, due transessuali e preparatori atletici. L'operazione anti-doping è stata condotta dai carabinieri del Nas di Milano.
Il Gip del Tribunale di Milano Andrea Pellegrino, ha pertanto emesso 13 ordinanze di custodia cautelare personale – di cui 12 in carcere ed una con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria - a Milano, Bergamo e Pordenone; contestualmente 64 decreti di perquisizione personale e locale, relativi a 81 obiettivi a Milano, Bergamo, Brescia, Pavia, Novara, Pordenone, Torino, Treviso e Varese, e rispettive province, presso abitazioni private, palestre, uffici e sedi aziendali e/o commerciali.
Il professionista arrestato questa mattina è Gianni Da Ros, 23 anni neoprofessionista della Liquigas. Da Ros verrà interrogato domani dal gip Andrea Pellegrino, il giudice che ha emesso le ordinanze di custodie cautelare in carcere. Il corridore friulano di Nave di Fontanafredda (Pn), si trovava in ritiro con la nazionale pista al velodromo di Padova. I militari, che non lo avevano trovato a casa, lo hanno prelevato nel ritiro azzurro, sebbene i fatti per cui è finito in carcere non abbiano a che fare con l'attività federale.


Tra le 81 perquisizioni, due hanno riguardato anche ciclisti dilettanti: il trevigiano Albino Corazzin e il piemontese Marcello Bertolo, sino alla passata stagione entrambi ex compagni di squadra di Da Ros.
I reati contestati sono concorso in illecita importazione, detenzione, vendita, ricettazione e utilizzo di farmaci a effetto dopante, esercizio abusivo delle professioni sanitarie (farmacista e medico) e falsificazione della documentazione sanitaria inerente le ricette mediche per acquistare alcuni farmaci consegnate presso farmacie ignare di tutto.

 

Le indagini del Nas di Milano, iniziate a fine 2007, hanno trovato conferma anche in un servizio televisivo del programma Le Iene. I sospetti sono nati dopo il servizio andato in onda il 7 marzo 2008 e intitolato "Muscoli e doping". Nell’inchiesta, Matteo Viviani, uno degli inviati del programma, per circa 700 euro acquistava in un Vitamin Store di Milano in via Schiapparelli, prodotti come il Sustanon, il Proviron o il Winstrol.
Un commesso, Matteo Verde, arrestato oggi, era in grado di procurare e vendere con facilità le sostanze dopanti. Grazie ai pedinamenti e alle intercettazioni, definite "decisive" dal procuratore aggiunto Nicola Cerrato che ha coordinato l'indagine insieme al pm Gianluca Prisco, è emerso uno spaccato di sportivi dilettanti e amatoriali, body builder e transessuali, consumatori abituali dei prodotti proibiti.
Da qui sono stati identificati i venditori. Tramite intercettazioni e pedinamenti effettuati dai carabinieri dei Nas, sono state individuate tre filiere di distribuzione. Nelle intercettazioni telefoniche gli indagati usavano frasi e termini in codice come "Aggiungi due buttafuori da mettere a destra del palco" oppure "mi serve Debora" o "due ufficiali".


L'inchiesta coordinata dalla procura di Milano e dal Pm milanese Gianluca Prisco è stata avviata dal settembre 2007. E' partita dalla diffusione delle sostanze anabolizzanti (ormoni gh, testosterone, nandrolone e altri) in alcune palestre di Milano. Da li è stato individuato il canale di distribuzione e di approvvigionamento.
In una prima fase le indagini che hanno visto impegnati 120 militari del Nas, militari della Sezione di Polizia Giudiziaria  -Aliquota Carabinieri della Procura della Repubblica di Milano e 132 militari dell'Arma Territoriale dei Carabinieri, avevano portato al sequestro di diverse confezioni di sostanze ad effetto dopante importate illecitamente dai paesi dell'est Europa (Ucraina) ed extracomunitari, in particolare dal nord Africa (Egitto), nonché acquistate su internet.
Nel corso delle attività investigative sono emersi elementi probatori inerenti l’assunzione di medicinali ad effetto dopante da parte di alcuni ciclisti, di cui un professionista, un semi professionista e un dilettante.