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11/03/2009

DOPING - I nomi degli arrestati. Coinvolto anche un compagno di squadra di Da Ros

Milano - mercoledì 11 marzo 2009 - I destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito delle indagini su un traffico illecito di sostanze medicinali a effetto dopante, oltre al ciclista professionista Gianni Da Ros, sono dieci. Si tratta di Giovanni Paolo Facchi, 45 anni, Pierangelo Colelli, 40 anni, Volodymyr Bushchyk, 41 anni, Vito Angelo Guerrieri, 33 anni, Davide Lucato, 29 anni, Stefano Marchesi, 42 anni, Fabrizio Pendesini e Leopoldo Romano, entrambi 37 anni, Walter Vaghi, 41 anni, e Antonio Verde, 45 anni.
   Gianni Da Ros arrestato dai carabinieri dei Nas, 23 anni ad agosto, residente a Nave di Fontanaferdda (Pordenone), studente presso la facoltà di Chimica dell'Università di Padova, si trovava in ritiro con la nazionale del settore pista a Padova, quando è stato raggiunto dai carabinieri per essere portato nel carcere milanese di San Vittore. Il neoprofessionista della Liquigas è stato bloccato questa mattina intorno alle ore 9 quando i carabinieri gli hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Andrea Pellegrino.
Oltre a Gianni Da Ros, c'è un altro ciclista professionista indagato. In tutto, sono 59 le persone iscritte nel registro degli indagati. A quanto si apprende, l'altro atleta professionista avrebbe ricevuto le sostanze proibite dal suo compagno arrestato. Quest'ultimo è accusato sia del possesso che dello spaccio dei prodotti dopanti.
“Liquigas, così come la Federazione Ciclistica Italiana - come fanno sapere in una nota congiunta - sono totalmente estranea alla vicenda. Lo staff tecnico della nazionale ha offerto la massima collaborazione per facilitare il lavoro dei Nas. Liquigas Sport ha disposto l'immediata sospensione del corridore. Qualora le responsabilità di Da Ros venissero provate, il gruppo sportivo procederebbe al suo immediato licenziamento e si riserverebbe di citarlo per danni. Mentre la Fci ha sospeso l'atleta per l’attività della nazionale”.

 

Come è stato spiegato in conferenza stampa, altre due persone sono state colte in flagranza perché trovate in possesso di un ingente quantitativo di sostanze anabolizzanti. Per uno dei due il gip ha disposto solo l'obbligo di firma mentre l'altro, di intesa con la Procura, è stato fermato.
   Per quanto riguarda il giro di affari legato a questo traffico di sostanze dopanti si parla di diverse centinaia di migliaia di euro. Il comandante dei Nas di Milano, il capitano Paolo Belgi, oltre a sottolineare che il fenomeno è diffusissimo, ha sottolineato che queste sostanze ''danno problemi cardiaci, al sistema scheletrico, renale, nervoso centrale e così via. Inoltre l'assunzione di un ormone blocca la produzione naturale creando così una sorta di dipendenza''.

 

Al telefono, nelle conversazioni intercettate, gli indagati nell'ambito dell'indagine che ha portato a 12 arresti per doping, si riferivano alle sostanze domande con curiosi nomignoli, come "bestia", "ballerino di break dance", "ballerino che trema", "cd masterizzato", "superman", e con nomi di donna e uomo, tra i quali "Vittorio", "Vanessa". Nomi a cui corrispondevano le diverse identità dei venditori dei prodotti. I farmaci venivano prescritti da un medico inesistente, che non è risultato in alcun albo, e le ricette fasulle erano poi presentate ai farmacisti che consegnavano agli indagati prodotti in grado di causare danni molto gravi alla salute, tra cui problemi cardiocircolatori, al sistema scheletrico, al sistema nervoso centrale, tumori e infarti. L'inchiesta, partita anche grazie a un servizio andato in onda nel programma televisivo "Le Iene" del 7 marzo scorso, si è avvalsa di numerose intercettazioni telefoniche.
"Le conversazioni intercettate - spiega il procuratore aggiunto Nicola Cerrato, che ha coordinato l'indagine - protratte per mesi sono state decisive". In una di queste telefonate, un indagato riferisce a un altro il suo timore di essere stato visto da un poliziotto, mentre avveniva una consegna delle sostanze vietate. Proprio grazie alle intercettazioni, sarebbero stati provati 12 passaggi degli articola dopanti tra gli indagati.