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01/04/2009
DOPING - Fanini: «Fui l’artefice blitz di Nas al Giro '96»n
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Mercoledì 1 aprile 2009 - Per al prima volta Ivano Fanini, patron dell’Amore&Vita, ha ammesso di essere l'artefice dell'ormai famoso blitz dei Nas al Giro del '96, che aprì il filone delle inchieste sul doping in Italia: ''Ora lo posso dire pubblicamente: all'epoca dei fatti fui io ad avere l'idea di fare il blitz perché ritenni che fosse l'unico sistema per fermare il doping. E così aiutai i Nas ad allestirlo''. ''Quando poi - ha aggiunto Fanini - ci fu la soffiata che mandò in fumo tutto il lavoro di preparazione, mi infuriai talmente che non potetti fare a meno di denunciare il colpevole. Da allora è stato un susseguirsi di ostruzioni, scorrettezze, sgambetti e quant'altro potesse danneggiarmi per puro spirito di ripicca nei miei confronti''. Questa ammissione è contenuta in una dichiarazione in cui Fanini ha annunciato: ''Il mio Giro nel Giro (l'idea di far fare all'Amore e Vita McDonald's, un Giro d'Italia precedendo la Corsa Rosa, per cercare di dimostrare che senza doping certe fatiche non si sopportano, ndr) è in pericolo. Da gennaio sto cercando di ottenere una forma di collaborazione con gli organizzatori per allestire questa iniziativa senza precedenti ma purtroppo sto ricevendo solo rifiuti. Abbiamo ridimensionato progressivamente le nostre richieste verso gli organizzatori del Giro d'Italia perché siamo riusciti a risolvere molti problemi logistici come gli alloggiamenti durante i 21 giorni di gara, gli automezzi di scorta, il personale. L'unica richiesta che era rimasta la possibilità di passare sotto i loro striscioni della partenza e del traguardo di ogni tappa, senza nemmeno sostare nelle aree di partenza ed arrivo. Ciò nonostante ci hanno sempre negato questa piccola concessione, con motivazioni infondate come l'intralcio ai loro operai allestitori dei raduni di partenza e arrivo'. Ciò nonostante l’amministratore delegato Antonello Perricone e soprattutto il direttore di corsa Angelo Zomegnan, ci hanno sempre negato questa piccola concessione, con motivazioni infondate come l’intralcio ai loro operai allestitori dei raduni di partenza e arrivo. A nulla è servito far capire loro che il nostro gruppo sarebbe passato da 3 a 5 ore di anticipo rispetto ai loro corridori e quindi senza creare alcun ostacolo o intralcio ai loro lavori. Il sig. Zomegnan ha seccamente risposto che quest’anno metteranno in azione la più efficace battaglia antidoping mai realizzata e quindi non hanno nessuna intenzione di appoggiare altre iniziative come la nostra”. “Questo non ci sorprende per due motivi - continua Fanini -. Primo perché la direzione del Giro si propone puntualmente ogni anno di fare la lotta al doping ma poi i loro bei propositi vengono regolarmente cancellati dagli scandali che saltano fuori durante o dopo la conclusione della corsa. Secondo perché il sig. Zomegnan nutre un forte astio verso di me per fatti risalenti al passato. E poi nel ’96 ci fu la soffiata che fece saltare il blitz dei nas al Giro ad opera dell’allora direttore Carmine Castellano in collaborazione con il segretario della Lega, Angelo Lavarda. Ora lo posso dire pubblicamente: all’epoca dei fatti fui io ad avere l’idea di fare il blitz perché ritenni che fosse l’unico sistema per fermare il doping. E così aiutai i nas ad allestirlo. Quando poi ci fu la soffiata che mandò in fumo tutto il lavoro di preparazione, mi infuriai talmente che non potetti fare a meno di denunciare il colpevole. Da allora è stato un susseguirsi di ostruzioni, scorrettezze, sgambetti e quant’altro potesse danneggiarmi per puro spirito di ripicca nei miei confronti. Era quindi scontato che adesso Zomegnan ci rispondesse picche. Comunque per ora io non mollo perché sono oltre 10 anni che lotto da solo a 360° con tutta la parte dell’ambiente che ancora sta nell’omertà e quindi non mi spaventa di certo affrontare altre difficoltà”.
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