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06/04/2006
CASO CAON - L’annuncio: torno a fine mese. Azione legale dei truffati contro BancaIntesa
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Mestre (Venezia) - giovedì 6 aprile 2006 - «Roberto Caon si presenterà dal magistrato. Lo farà entro questo mese. Stiamo solo preparando una ulteriore "memoria" che va ad aggiungersi a quella consegnata nel luglio scorso. Arriveremo a Venezia e il mio assistito spiegherà tutto». Claudio Maruzzi, legale dell’ex funzionario di Banca Intesa, va giù deciso. Il suo cliente non è fuggito all’estero, ma si trova in Italia e quasi sicuramente in una zona non lontana dal Veneto. Colpo di scena nella vicenda del crac finanziario che ha coinvolto una cinquantina di risparmia-tori di BancaIntesa che si rivolgevano con fiducia al dirigente dell’istituto di credito prima e dopo la messa in quiescenza affidandogli i loro soldi. «Stiamo studiando anche l’ipotesi - segnala il legale di Caon - che il mio cliente, proprio per il tono di vita non proprio da nababbo, non sia il reale beneficiario di tali complesse operazioni. Potrebbe essere non tanto peregrina l’ipotesi che Caon possa assumere anche la veste della vittima». Intanto nel pomeriggio riunione a Mestre di un gruppo di truffati che si sono incontrati con i loro avvocati. All’ordine del giorno la raccolta dei mandati per l’azione legale nei confronti di BancaIntesa.
«Roberto Caon si presenterà dal magistrato. Lo farà entro questo mese. Stiamo solo preparando una ulteriore "memoria" che va ad aggiungersi a quella consegnata nel luglio scorso. Arriveremo a Venezia e il mio assistito spiegherà tutto». Claudio Maruzzi, legale dell'ex funzionario di Banca Intesa, va giù deciso. Il suo cliente non è fuggito all'estero, ma si trova in Italia e quasi sicuramente in una zona non lontana dal Veneto. Colpo di scena nell'ingarbugliata vicenda del crac finanziario che ha coinvolto una cinquantina di risparmiatori di BancaIntesa che si rivolgevano con fiducia al dirigente dell'istituto di credito prima e dopo la messa in quiescenza e che, proprio affidandosi a lui, si sono ritrovati praticamente sul lastrico vedendo spariti i propri soldi. Un «ammanco» che ha coinvolto non solo clienti tradizionali della banca, ma anche amici, conoscenti e parenti di Caon. L'ammontare complessivo potrebbe aggirarsi sui 40, forse addirittura 50 milioni di euro per un periodo di "attività" parallela da parte di Caon particolarmente lunga. «Non è facile ricostruire oltre dieci anni di rapporti e di attività finanziarie - sottolinea l'avvocato Maruzzi - Difficile e complesso è poi individuare il filo conduttore di tutto. Un dato deve far riflettere: se una persona riesce a movimentare quantitativi di denaro nei termini ipotizzati, qualche segno di questa ricchezza deve pur emergere, ad esempio dal tenore di vita, dal coinvolgimento anche indiretto in operazioni immobiliari o finanziarie, o altro; nulla di tutto questo pare riscontrarsi». In sostanza, il legale di Caon avanza ipotesi diverse da quelle emerse in questi giorni e che potrebbero, parzialmente modificare la "cornice" di questo episodio. Il quadro, quindi, potrebbe essere ben diverso e Caon potrebbe aver agito per conto terzi o comunque aver favorito altre persone. «Pertanto, - aggiunge Maruzzi - l'ipotesi che il mio cliente non solo non sia il reale beneficiario di tali complesse operazioni, ma che possa assumere addirittura la veste della vittima, potrebbe essere non tanto peregrina. In ogni modo il mio assistito conferma l'intenzione di riferire al Magistrato la sua posizione». Continua comunque l'opera di ricostruzione di tutta la vicenda da parte del difensore dell'ex funzionario mestrino. «Su tutta questa vicenda - continua il legale - è prematuro esprimere una considerazione. C'è da chiedersi se effettivamente Caon si sia appropriato di questo denaro o se invece non emergano altre situazioni. Ho visto, peraltro, che il titolare della tipografia di Marghera fallita alcuni anni confessa di non aver mai avuto contatti con Caon. Da quel che mi risulta è vero il contrario». E per quel che riguarda la disinvoltura con la quale Caon operava nell'agenzia di via Lazzari? Maruzzi è telegrafico: «Non ho ancora esaminato questa parte della vicenda - ammette - e quindi non ho la possibilità di confermarlo e tantomeno di smentirlo».Il caso Caon, insomma, si arricchisce di nuovi colpi di scena e soprattutto offre nuovi spunti di indagine. «Caon - conclude il suo legale - vuole presentarsi al magistrato e riferire la propria posizione. E questo lo farà entro la fine di questo mese». Intanto sulla vicenda Caon, c'è anche una presa di posizione della Confartigianato di Mestre nella quale si difende l'attività delle tipografie che operano in città. «Di tipografie che da Mestre si sono trasferite a Marghera ce ne sono moltissime associate alla Cgia, ma nessuna, e sottolineo nessuna è coinvolta nel caso Caon - sottolinea Michele Carrer, capo categoria grafici dell'Associazione Artigiani - va aggiunto che la tipografia alla quale l'ex funzionario di Banca Intesa di via Lazzari ha dichiarato di aver ceduto un congruo importo economico per volerla salvare dal fallimento, non è una delle tipografie associate alla Cgia di Mestre. Si tratta di un chiarimento dovuto poiché sono già arrivate numerose telefonate ai nostri associati per saperne di più sulla vicenda che, ripeto, non li riguarda e non ci riguarda». Nel frattempo, ieri sera alla Gazzera, alcuni dei risparmiatori truffati si sono riuniti per discutere, assieme ai loro avvocati, la linea da intraprendere per tentare di recuperare i soldi perduti.Dopo aver studiato attentamente la documentazione, i legali hanno i mandati per avviare una causa davanti al Tribunale civile nella quale coinvolgere anche l'istituto per il quale lavorava Caon, Banca Intesa, contestandole una responsabilità nell'accaduto, per mancata vigilanza. La strada del risarcimento danni da ottenere in sede giudiziaria si preannuncia, comunque, piuttosto lunga. Normalmente una causa civile dura due-tre anni, ma un contenzioso complesso e delicato come questo potrebbe necessitare tempi anche più lunghi. Banca Intesa è stata la prima, non appena è venuta a conoscenza delle presunte truffe, a sporgere querela, dando il via all'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Emma Rizzato. In sede penale nessuna responsabilità viene ipotizzata nei confronti dell'istituto bancario.
Gianluca Amadori - Paolo Navarro Dina (Gazzettino di Venezia)
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