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09/06/2009
DOPING - Kohl accusa: «Tutti positivi i primi dieci del Tour 2008»n
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Parigi (Francia) - martedì 9 giugno 2009 - L'ex corridore austriaco Bernhard Kohl, terzo al Tour 2008 e poi retrocesso perché positivo all'Epo Cera, lancia clamorose accuse ai suoi colleghi. “Quando ho appreso - ha detto Kohl, 27 anni, in una lunga intervista al quotidiano francese l’'Equipe - che l'Agenzia francese per la lotta al doping avrebbe effettuato ulteriori test dopo il Tour ho accusato il colpo. Ero morto, ma sapevo che ci sarebbero stati altri morti! Sapevo che anche altri miei illustri colleghi sarebbero finiti nella rete dell'antidoping. Sono convinto che i primi dieci della classifica generale sarebbero risultati positivi. Stranamente siamo stati solo in tre a cadere. 'Cosa avrebbero dovuto fare le autorità francesi? Annullare tutta la classifica del Tour? Ho pensato che non ne avrebbero avuto il coraggio”. L'ex corridore austriaco ha descritto in modo dettagliato le proprie pratiche dopanti durante l’ultimo dove a Parigi aveva indossato la maglia a pois di leader della graduatoria degli scalatori. Kohl si è ritirato a fine maggio dopo la squalifica per due anni che gli è stata inflitta per la positività. "Avevo due litri di sangue pronto per lo scorso luglio. Era stato preparato, codificato e congelato. Lo avevo fornito nell'agosto 2007 e poi a novembre dello stesso anno, un litro alla volta". Sono rivelazioni choc quelle fornite all'Equipe. Alla pratica dell'autoemotrasfusione l’austriaco non era nuovo. "Ho cominciato nel 2005 con il laboratorio austriaco Humanplasma, ho fatto il Tour del 2007 senza grossi benefici e allora, per l'edizione successiva, abbiamo deciso che meritavo il meglio del meglio. Avevo quattro sacche da mezzo litro e basta, nient'altro" racconta l’austriaco che ammette di aver fatto uso di Epo, insulina e ormone della crescita "prima del Tour, mai durante". Kohl aveva superato tutti i controlli ma nei nuovi test è spuntato il Cera. "Avevo ottenuto questo prodotto da un altro corridore, me lo sono iniettato io stesso tre giorni prima del Tour, nella mia testa ero tranquillo. Quando poi ho saputo che l'Agenzia francese antidoping avrebbe analizzato tutti i campioni con nuovi metodi ho accusato il colpo. Ho cercato di tranquillizzarmi dicendomi: 'ok, sono morto, ma lo sono tutti perché molti ciclisti si sono dopatì'". E invece non andò così. "Stranamente siamo stati solo in tre a cadere ma credo che i primi dieci della classifica generale fossero risultati tutti positivi", attacca Kohl, aiutato a doparsi dal suo manager Stefan Matschiner che aveva fissato un sistema di campionamento. I campioni di sangue che gli erano stati prelevati nel mese di agosto 2007 erano stati conservati dal suo manager. "La prima trasfusione l'ho fatta dopo la sesta tappa, la seconda prima dei Pirenei, la terza prima delle Alpi, avrò perso 20 minuti, non di più, nessuno si è accorto di nulla". Anche alla Gerolsteiner. "Non penso che nel team ci fosse il doping sistematico. Credo che dovessero avere qualche sentore di cosa stesse accadendo ma non posso dirlo. Il capo, Hans-Michael Holczer, non sapeva nulla ma ho qualche dubbio sui medici: quando sei un medico, vedi i valori biologici dei tuoi corridori e le loro prestazioni, non puoi non sapere nulla". Bernhard Kohl in precedenza riconosciuto di essere stato sottoposto a pratiche dopanti fin dall'età di 19 anni.
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