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11/05/2009

DOPING - Valverde: niente gare e team in Italia per due anni. Tour 2009 a rischio

Roma - lunedì 11 maggio 2009 - Il Tribunale nazionale antidoping del Coni ha sospeso per 2 anni lo spagnolo Alejandro Valverde dalle gare sul territorio italiano .Il corridore iberico, 28 anni, rischia ora di dover saltare anche il Tour de France 2009, il cui percorso prevede lo sconfinamento in Italia.
“Non si tratta di una squalifica, ma di un'inibizione. Valverde non potrà gareggiare in Italia e neanche essere tesserato da team italiani”. Puntualizza il pm Ettore Torri, capo della Procura antidoping del Coni, ha chiarito la sanzione, della durata di due anni, emessa dal Tribunale (Tna) nei confronti del ciclista spagnolo. Le motivazioni che hanno portato al provvedimento saranno depositate entro 30 giorni.
Dopo aver appreso del provvedimento Alejandro Valverde, in una nota, si è detto ''indignato per questa sanzione ingiusta, presa dopo una procedura irregolare da un organismo incompetente e senza alcun rispetto per i propri diritti, messi in discussione perché non c'è stata nessuna possibilità di difesa. Non sono state rispettate le minime garanzie di difesa che deve avere qualunque sportivo”.
La Caisse d'Epargne “appoggia pienamente” Valverde e lo definisce “sportivo esemplare”.

"L'apporto del Coni si è limitato per ordine degli inquirenti a fornire delle “professionalità” nominate come ausiliari di polizia giudiziaria". Ossia la polizia giudiziaria dopo aver fatto i prelevamenti del caso ha chiamato degli esperti del Coni per far sì che venissero eseguite le giuste misure secondo i procedimenti indicati dalla Wada. Un risposta, questa, alle accuse sollevate dalla stessa autorità giudiziaria spagnola, che nei giorni passati aveva diffidato il Coni stesso ad intervenire.
"Come Coni, sia tribunale che procura, riteniamo che siamo stati oggetto di pesanti intimidazioni da parte degli avvocati o da parte dell'ambiente del corridore e degli ambienti spagnoli - ha dichiarato l'avvocato Stefano Bovs -, ci riserviamo che ogni iniziativa, sia in ambito sportivo che in altri ambiti, tenendo conto, che sia il tribunale che la procura antidoping hanno una funzione pubblicistica, sono equiparati a pubblici ufficiali. Non ha sortito gli effetti desiderati, il tribunale si è pronunciato con la massima serenità".
Tutta la vicenda ha inizio dopo il sequestro, da parte della Guardia Civil spagnola, nel laboratorio del dottor Fuentes di diverse sacche ematiche, tra cui la numero 18. Questa, dopo un controllo avvenuto durante il Tour de France, nella tappa di Prato Nevoso, quindi in territorio italiano, risultò, dopo una comparazione del Dna, appartenere al ciclista spagnolo. Da qui l'avvio di un procedimento penale, per cui lo stesso ciclista ha ricevuto un avviso di garanzia il giorno della sua audizione davanti al capo della Procura Antidoping, Ettore Torri, che ha permesso alla procura del Comitato Olimpico di acquisire gli elementi necessari per procedere.

Valverde ha poi annunciato che già oggi è stato presentato ricorso al Tas di Losanna affinché siano riconosciute le gravi irregolarità verificate nella procedura avviata dalla Coni e l'innocenza. Valverde sottolinea che ''il Coni è un organismo incompetente per adottare tale misura disciplinare. Il solo organismo competente è la Federazione reale spagnola di ciclismo (Rfec) come manifestato in un recente comunicato stampa che diceva anche che era stata richiesta la privazione del Coni''. Inoltre, ''l'indagine e la decisione del Coni sono state fatte senza tener conto dei diritti del corridore al quale sono mancate le garanzie necessarie di difesa che tale procedura esige e con un dispetto assoluto delle autorità giudiziarie spagnole che proibiscono l'utilizzo di prove ottenute in modo irregolare della procedura penale denominata Operacion Puerto e che costituiscono il solo elemento di prova a disposizione della Coni per sanzionare il corridore''.
   Valverde ha poi ricordato le azioni legali intraprese contro il Coni. Nella nota si sottolinea, inoltre, che ''il corridore non è mai stato positivo in nessuno dei numerosi controlli ai quali è stato sottoposto nel corso della sua carriera sportiva. Pertanto, la crociata condotta dalla Coni per sanzionarlo è assolutamente incomprensibile''.

Fatto sta, però, che stando così le cose Valverde non potrà essere al via del prossimo Tour de France. "Se è sospeso nel territorio italiano non può essere alla partenza della Grand Boucle - afferma Christian Prudhomme, direttore della corsa transalpina - Il Tour attraverserà l'Italia per 120 chilometri e in queste condizioni vedo difficile la sua presenza”.