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22/07/2009

DOPING - Fanini chiede di fermare il ciclismo e ripartire da zeron

Lucca - mercoledì 22 luglio 2009 - Come sempre il patron dell’Amore&Vita Ivano Fanini non perde occasione per commentare i casi di doping. Anche stavolta va giù duro e chiede un drastico provvedimento per poter ripartire. Di seguito l’ultimo intervento.

“Non ditemi che non vi avevo avvertito mesi fa che sarebbe saltato fuori qualche scandalo dopo il Giro del Centenario, con le mie dichiarazioni che come al solito danno fastidio al sistema.
Tutte le belle parole sul loro lavoro antidoping di Zomegnan si sono rivelate ancora una volta una pagliacciata, come già successo nelle passate edizioni della corsa rosa.
Avevo avvertito più volte Di Luca tramite suo suocero e mio amico Stefano Giuliani, che doveva mettersi in riga perché prima o poi sarebbe stato beccato e se voleva durante la squalifica lo avrei aiutato. Già era un soggetto su cui ci sono sempre stati forti sospetti a causa della “assistenza” del radiato Santuccione che Di Luca ha sempre cercato di far passare come suo semplice medico di famiglia fin da bambino.
Nel controllo dello Zoncolan al Giro d’Italia, fu messo in luce che, insieme ad altri, aveva incredibilmente fatto una pipì da neonato e quindi non gli fu comminata alcuna squalifica. Nell’edizione 2007 da lui vinta, penso che non si è voluto indagare a fondo sulla Cera per non privarlo della vittoria e così da non creare troppi danni agli sponsor del giro.
Quanto è successo era inevitabile ed ora per Di Luca non c’è bisogno di aspettare le controanalisi. Inoltre non deve dire che smetterà di correre ma che piuttosto si merita la radiazione dal ciclismo con tutto quello che ha detto in questi anni per difendersi da Santuccione. Anzi dovrebbe collaborare con la giustizia per fare luce su tutti questi tristi eventi che lo hanno visto coinvolto e che lui sa benissimo essere la realtà di tutto il sistema del ciclismo attuale.
Credo che quando l’UCI arriva a fermare questi nomi importanti, lo fa solo quando non ne può fare a meno, perché esagerano con il doping. Ma in effetti di casi come Di Luca in questo ciclismo ce ne sono tanti altri e presto verranno fuori nuovi casi sia per quanto l’UCI farà ma anche grazie al prezioso lavoro dei Nas e Guardia di Finanza.
Concludo chiedendo a tutti i vertici direttivi del ciclismo: Cosa altro di drammatico deve succedere, dopo morti e casi doping che si susseguono con tanta frequenza, per spingervi finalmente a decidere di fermare questo ciclismo e ripartire da zero per rifondarlo su valori di pulizia e correttezza sportiva?”.