ULTIM'ORA
   email: password:
   Registrati Password dimenticata?

:: ultimo video :: archivio video ::
 
 

26/05/2010

IL CASO - L ex pro Murro accusato di doping. La difesa: «Era soltanto una tisana»

Pordenone - mercoledì 26 maggio 2010 - «Non assumeva sostanze dopanti, bensì una semplice tisana che gli consigliai io che già la assumevo, per evitare il gonfiore alle gambe». Ha testimoniato lunedì, davanti al giudice monocratico del tribunale di Pordenone Monica Biasutti, Maria Tonelli, moglie dell’ex ciclista professionista Christian Murro, 32enne di origini lombarde residente a Valeriano di Pinzano, che deve rispondere dell’ipotesi di accusa di ricettazione e violazione della legge antidoping.
I fatti contestati si riferiscono al gennaio 2008. Secondo il capo di imputazione, Murro avrebbe assunto furosemide, sostanza volta a modificare il risultato dei controlli sull’uso di farmaci e sostanze dopanti e, in particolare, per mascherare il testosterone esogeno. Ancora l’accusa (lunedì in aula il pubblico ministero Federica Rossi), per procurarsi profitto, avrebbe acquistato o ricevuto la furosemide.
Dopo il decreto penale di condanna (e la sospensione dall’attività sportiva comminata dal Coni per alcuni mesi), l’ex professionista ha ricorso al giudice monocratico con l’avvocato Aurelia Barna.
Lunedì è stata ascoltata, dunque, la moglie del ciclista (prima passista veloce della Tenax con la quale aveva vinto l’87ª Tre Valli Varesine e la Coppa Italia di società, poi con la Lampre), giudice di gara regionale, la quale, pur potendo avvalersi della facoltà di non rispondere, ha spiegato quanto accaduto due anni fa.
La sostanza assunta, ha raccontato, era una tisana di cui anche lei faceva uso per il gonfiore alle gambe: «Nell’etichetta della “Erborium gramigna composta” - ha aggiunto producendone una copia al giudice - non c’era scritto furosemide».
La difesa ha depositato la relazione del Coni del 2008 e le analisi effettuate da due laboratori. Il giudice monocratico ha quindi rinviato l’udienza a novembre per la discussione e per la sentenza. (enri lisetto - Messaggero Veneto)