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18/07/2010
DOPING - Accuse di Landis a Armstrong: Lemond teste. Bruyneel: «Ci minaccia da due anni»
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New York (Stati Uniti) - sabato 18 luglio 2010 - Greg LeMond, tre volte vincitore del Tour de France, il 30 luglio testimonierà davanti ad un gran giurì nel quadro dell'inchiesta aperta in seguito alle accuse di doping avanzate da Floyd Landis a carico di Lance Amstrong ed altri ciclisti. È quanto scrive il New York Daily sul suo sito internet. Le autorità statunitensi hanno convocato alcuni testimoni davanti al tribunale federale della California, allo scopo di raccogliere informazioni e documenti sulle quattro squadre per le quali Armstrong ha corso (Ud Postal Service, Discovery Channel, Astana e RadioShack). Tre ciclisti, tra i quali Landis, in recenti interviste al Wall Street Journal hanno accusato la loro ex squadra, la Ud Postal, di aver istituzionalizzato il ricorso a pratiche dopanti negli anni in cui Armstrong dominava il Tour de France. Le accuse coinvolgevano una quindicina di persone, tra le quali l'ex compagno di squadra Armstrong (vincitore di sette Tour consecutivi) e il direttore sportivo Johan Bruyneel. Accuse che hanno spinto l'Agenzia statunitense antidoping (Usada) ad aprire un'inchiesta definita «importante» dal direttore generale dell'Agenzia mondiale antidoping (Ama) David Howman. Armstrong, in questi giorni impegnato nel Tour de France, ha respinto tutte le ipotesi di ricorso al doping e si è detto pronto a collaborare con un'inchiesta «legittima e corretta». «Landis non ci ha sorpreso, ci minaccia da due anni. E dal 2006 ci ricatta chiedendo o un posto in squadra o del denaro». Johan Bruyneel, direttore sportivo della RadioShack di Lance Armstrong, svela nuovi capitoli delle presunte rivelazioni di Landis, che ha accusato il texano impegnato al Tour de France di aver fatto sempre uso di doping negli anni più brillanti della sua carriera. Bruyneel, sulle pagine de L'Equipe di oggi, parla anche del momento difficile di Armstrong, ormai fuori dal podio alla Grande Boucle dopo la caduta nella tappa di Avoriaz: «Non abbiamo più il peso della gara e non avevo mai vissuto questa situazione. In un primo momento è stata una sensazione strana ma poi non è così male: trascorriamo serate più rilassanti in albergo, era tempo di vivere...».
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