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24/09/2010

DOPING - Caso Rossi: tra gli indagati due corridri di Montemurlo e Carmignano

Prato - venerdì 24 settembre 2010 - Ci sono anche due atleti di Montemurlo e Carmignano, un ciclista amatoriale e un professionista, nell’elenco dei 35 denunciati dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione di Perugia nell’ambito di un’inchiesta della Procura perugina sul doping nel mondo del ciclismo, l’inchiesta che ieri ha portato a cinque arresti e a perquisizioni in dieci province italiane.  A Carmignano e Montemurlo sono entrati in azione i carabinieri del Nas di Firenze, che hanno dato supporto ai colleghi umbri nelle perquisizioni che hanno interessato le abitazioni dei due ciclisti.  I militari cercavano sostanze dopanti, ma non è dato sapere se le abbiano effettivamente trovate. Il sospetto degli inquirenti è che i due ciclisti residenti in provincia di Prato, così come gli altri indagati (tra cui il cognato del professionista Riccardo Riccò), abbiano detenuto e fatto uso delle sostanze proibite. Al momento sono stati denunciati e la loro posizione è al vaglio della magistratura umbra.
La notizia si è diffusa rapidamente nell’ambiente del ciclismo toscano e hanno iniziato a circolare anche alcuni nomi, peraltro non confermati dagli inquirenti. E’ noto che sul Montalbano, e a Carmignano in particolare, vivono alcuni ciclisti professionisti, non stelle di prima grandezza ma comunque molto conosciuti tra gli appassionati.
«E’ una cosa che ovviamente fa molto male al ciclismo nel suo insieme - commenta Marcello Fossi della Ciclistica Pratese - ma aspettiamo a trarre le conclusioni».
«Non sarebbe la prima volta - gli fa eco Carlo Iannelli, organizzatore del Gran premio Industria e commercio - che un’inchiesta nasce con grande clamore e poi finisce per sgonfiarsi». 
Bisognerà aspettare, dunque, per capire se i ciclisti denunciati hanno davvero fatto uso di sostanze dopanti e qual è stato il loro ruolo nella vicenda.
Ma che tirasse una brutta aria nell’ambiente, gli osservatori più accorti lo avevano già intuito domenica in occasione del Gran premio Industria e commercio. All’arrivo, infatti, sono stati sottoposti all’esame antidoping ben 25 ciclisti, i primi 25 dell’ordine di arrivo. Di solito invece ci si limita ai primi tre ed eventualmente al vincitore del gran premio della montagna o a chi è andato particolarmente forte in salita. Dunque forse c’era il sospetto che qualche concorrente potesse ricorrere a un “aiutino”, anche se non risultano casi di positività al termine della gara. (P.N. - Il Tirreno)