Roma - giovedì 10 novembre 2011 - Ancora una prova, ove ve ne fosse bisogno, di come e in quale ginepraio si sia cacciato l'antidoping mondiale con l'approvazione della regola che definisce tutte le sostanze come 'specifiche' (ad eccezione di anabolizzanti, ormoni, stimolanti non specifici e modificatori della miostatina). Tale definizione consente all'atleta di dimostrare abbastanza facilmente la cosiddetta assunzione inconsapevole e ottenere così sconti importanti di pena. Ed è quanto, facendo leva sull'involontarietà, ha ottenuto lo spagnolo Oscar Sevilla (7° al Tour de France del 2001), positivo all'HES (hydroxyéthylamidon), il 15 agosto 2010 durante il Giro di Colombia. La Federazione ciclistica spagnola, distinguendosi ancora una volta per 'l'originalità' delle decisioni (ricordiamo l'assoluzione di Alberto Contador, positivo al clenbuterolo al Tour 2010, accettando la improbabilissima tesi dell'assunzione attraverso carne contaminata ), ha scontato da due anni a sei mesi la pena, accettando la spiegazione dell'atleta che ha riconosciuto di aver assunto l'HES per via endovenosa, ma non di sua volontà, essendo stato sottoposto ad un trattamento di emergenza in un ospedale dopo una brutta caduta nel Giro di Colombia (concluso al secondo posto in classifica generale...) che gli avrebbe procurato uno forte choc ipovolemico.
L'HES è una sostanza classificata nella categoria S5 (diuretici e sostanze mascheranti) ed è utilizzata per dissimulare manipolazioni ematiche e/o uso di epo (eritropoietina) in quanto aumenta il volume del sangue riducendo così al rilevamento dei test il valore in percentuale dell'ematocrito. Consente, cioè di mascherare un ematocrito elevato e/o sospetto. Ma dal momento che nei campioni di Sevilla non è stata rilevata la presenza di epo (come nel caso di David Garcia Da pena (Vuleta 2010), sospeso per due anni, ecco la richiesta di clemenza.
La sentenza è arrivata il 14 settembre, ma se ne è saputo qualcosa solo qualche settimana fa. E già questo la dice lunga sull'attenzione dal problema doping dei dirigenti della Spagna ciclistica: 13 mesi dopo la positività, alla faccia delle procedure sportive che dovrebbero essere più veloci di quelle della giustizia ordinaria. E Sevilla risulterebbe squalificato fino al 14 marzo 2012, salvando così, a 35 anni suonati, una carriera all'ombra di sodalizi discussi e coinvolti in vicende doping (Kelme, Phonak, T-Mobile) e la prossima stagione. Contro questa decisione si è opposta l'Uci la federazione internazionale ricorrendo per l'ennesima volta al Tas, il tribunale arbitrale dello sport che a giorni dovrebbe giudicare anche il caso di Contador.
Ovvero: per colpa di una regola molto confusa e lasca si innescano continui contenziosi, perché è chiaro che tutti gli atleti positivi almeno ci provano, cercando di dimostrare l'assunzione inconsapevole per la gioia di periti di parte sempre pronti a sostenere tutto e il contrario di tutto e di avvocati dalla parcella facile. Del resto, nel caso dell'HES, non mancano altri appigli per svicolare fra le sanzioni. Il regolamento ne vieta l'assunzione per via endovenosa, così si arriva anche all'assurdo che qualcuno cerca di dimostrare che sì, ha fatto ricorso a questa sostanza, ma non per iniezione o flebo, e siccome di per se l'HES non modifica la prestazione (ma può coprire sostanze che la modificano) ecco la richiesta di clemenza. E' il caso estremo di Ezequiel Mosquera, positivo all'HES alla Vuelta 2010 (quella vinta da nostro Nibali) e ancora in attesa del verdetto della 'real'federazione ciclistica spagnola.
Insomma, il sistema sanzionatorio dell'antidoping mondiale è farraginoso e fa acqua da tutte le parti, rendendo inefficace la lotta. Non tutte le organizzazioni sportive nazionali, infatti, si schierano con rigore, come fa da qualche tempo il Coni italiano. Vedi le frequenti sentenze 'addolcite' delle varie federazioni nazionali. Come quella recentissima della federazione russa, che ha sanzionato con una semplice ammonizione il russo Kolobnev, positivo all'ultimo Tour all' hydrochlorothiazide, una sostanza anche essa classificata nella categoria S5 e proibita sia in gara che fuori gara. Anche in questo caso si attendono prevedibili ricorsi al Tas. E la giostra continua con enorme dispendio di denaro ed energie. (eugenio capodacqua - repubblica.it)
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