Treviso - mercoledì 9 maggio 2012 - A processo il "piazzista" del Cera, l'epo di terza generazione. E dal suo racconto, che renderà in aula all’inizio di novembre, si saprà qualcosa di più anche sui rapporti che intratteneva col campione del mondo castellano Alessandro Ballan. Nell'ambito della maxi inchiesta sul doping nel mondo del ciclismo portata avanti dalla procura padovana (che inizialmente aveva portato all'iscrizione nel registro degli indagati di 30 persone, 10 ciclisti e 5 medici), a Treviso è arrivata dopo uno stralcio la posizione di Paolo Bonin, ex dilettante di Castello di Godego e oggi cicloamatore considerato uno dei due punti di riferimento del ct della nazionale serba Under 23 Aleksandar Nikacevic. Il ct, secondo l’accusa, procurava ad atleti amatori e professionisti, ma anche a direttori sportivi e "galoppini", sostanze e specialità farmaceutiche vietate e dopanti. Bonin, difeso dall'avvocato Alberto Zaccaria, era proprio uno di questi. Ieri è comparso davanti al gup Umberto Donà che ne ha disposto il rinvio a giudizio per aver violato la legge 376 del 2000 (il primo intervento legislativo finalizzato alla repressione del doping) in merito alla disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive. Bonin dovrà presentarsi di fronte al giudice il 7 novembre. Secondo le indagini condotte dal pm padovano Benedetto Roberti, e poi trasmesse a Treviso per competenza, Paolo Bonin sarebbe colui che ha fornito le fiale di Cera (specialità denominata Mircera e prodotta dalla Roche che contiene il principio attivo vietato dell'eritropoietina sintetica ricombinante) a Matteo Priamo, l’ex professionista di Poggiana di Riese Pio X e all'allora suo compagno di squadra (la Csf Navigare) Emanuele Sella, il professionista "pentito" dominatore delle tappe dolomitiche del Giro d'Italia 2008, entrambi raggiunti da un provvedimento di squalifica dall'attività agonistica. Stando alle accuse Paolo Bonin si sarebbe rifornito delle sostanze dopanti da Nikacevic, comprandole a 350 euro a fiala, per poi rivenderle agli atleti a 700 euro ogni 50 ml. Circostanza che emergerebbe dalle intercettazioni telefoniche tra Sella e Priamo, quest'ultimo in contatto costante proprio con Bonin. Da queste intercettazioni poi, gli inquirenti avrebbero messo sotto controllo il telefono di Bonin scoprendo il rapporto che aveva con Nikacevic, con il quale si vantava di conoscere diversi professionisti. Dichiarazioni che per la procura patavina stavano a significare che l'ex dilettante di Castello di Godego avesse un potenziale giro d'affari con parecchi atleti. Tra questi, come si diceva, ci sarebbe stato anche il campione del mondo Alessandro Ballan che, faccia a faccia con gli inquirenti, ammise di essere stato avvicinato da Bonin il quale gli avrebbe offerto di acquistare proprio l’epo di ultima generazione. Il 7 novembre toccherà proprio a Bonin raccontare la sua verità a processo. (giuliano pavan – Il Gazzettino di Treviso)
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