Mercoledì 31 gennaio 2024 - Se di Stefano Viezzi si è già detto tutto, con le tre vittorie di tappa e la classifica generale di Coppa del Mondo, il titolo italiano e altri successi prestigiosi che parlano da soli, nemmeno l’atleta friulano classe 2007 se l’è cavata male al suo primo anno in categoria, vincendo a Gallipoli, sfiorando il successo nella prova di Coppa Europa ad Albiate e migliorando costantemente i suoi risultati nelle tre prove di Coppa del Mondo disputate. «Del gruppo azzurro avrebbe dovuto fare parte anche il nostro compagno Giacomo Serangeli, che si è infortunato nelle prove a Hoogerheide e ha dovuto dire addio al sogno iridato», ricorda Stefano Viezzi. «Cercheremo di fare del nostro meglio anche per lui». Oltre che a dedicare un bel risultato al giovane compagno, sono tanti i motivi per cui il campione italiano vuole concludere la stagione al meglio. «Siamo riusciti a centrare quasi tutti gli obiettivi che ci eravamo posti: riportare la Coppa del Mondo in Italia è un risultato storico, che dà lustro a un movimento e gratifica il lavoro delle società e della Federazione. Per questo spero di fare bene anche nella prova iridata: voglio portare in alto i colori dell’Italia, del Friuli Venezia Giulia e dedicare qualcosa di importante ai tecnici, agli allenatori, alla mia famiglia e a Enzo Cainero, che è venuto a mancare un anno fa e che ha dato tanto al movimento ciclistico della mia regione». Se quello di Tabor sarà il secondo mondiale nella vita di Stefano Viezzi, per Ettore Fabbro si tratterà del debutto assoluto in una rassegna così prestigiosa. «Sono curioso anche io di scoprire l’atmosfera e l’attesa di un Campionato del Mondo», conferma il 16enne buiese. «In questi mesi ho già avuto la chance di confrontarmi su palcoscenici internazionali, partecipando alle prove di Coppa del Mondo di Namur, Benidorm e Hoogerheide e alla notturna di Diegem. Sono stati appuntamenti utili per prendere le misure ai miei coetanei degli altri Paesi e migliorare la condizione, visto che questa è comunque la mia prima stagione nella categoria internazionale degli juniores». Una stagione di apprendistato per cui Ettore Fabbro era pronto. «Ero consapevole che i primi mesi sarebbero stati duri, sia per il salto di categoria sia perché sapevo che avrei dovuto alzare il mio livello rispetto agli ultimi mesi della stagione del cross country. Dopo qualche difficoltà iniziale le cose sono migliorate e, con i risultati, sono arrivate anche le convocazioni in nazionale». L’ultima delle quali quella per il Mondiale di Tabor. «Mi hanno detto che il circuito è simile a quello di Hoogerheide, dove ho centrato la mia prima top 20 in Coppa del Mondo. Spero di andare bene anche in Repubblica Ceca, magari scalando qualche altra posizione, ma l’importante è far tesoro di questa esperienza e continuare a migliorare». In attesa di conoscere i componenti della staffetta che venerdì parteciperà al Team Relay, prima prova del Mondiale di Tabor, i due juniores saranno in gara domenica 4 febbraio alle ore 11. |