Civezzano (Trento) – giovedì 9 maggio 2024 – La bicicletta da corsa era distrutta, accartocciata davanti al furgone che gli ha tagliato la strada. Matteo Lorenzi, 17 anni di Fornace, non è sopravvissuto all’impatto. Violentissimo. Frequentava il liceo scientifico Galilei di Trento e correva nelle file della storica unione sportiva Montecorona, al primo anno della categoria Juniores, dopo aver iniziato la carriera con la maglia del Valcembra. Stava percorrendo la strada provinciale 83 verso Civezzano (Trento), per raggiungere i suoi compagni di squadra, che lo stavano aspettando per l’allenamento poche curve dopo, quando all’altezza della «Kaisera» gli si sarebbe parato davanti il muso di un furgone, che in uscita da una stradina della zona artigianale delle Sille non avrebbe rispettato la precedenza. Inevitabile lo scontro. I tentativi per salvare il ciclista di 17 anni del team Montecorona Poco dopo le 15.30 sono partiti, immediati, i soccorsi. Sul posto sono accorsi i sanitari, i carabinieri di Trento e la Polizia locale, coadiuvati dai vigili del fuoco volontari di Civezzano. L’incidente è sembrato subito gravissimo e gli operatori hanno richiesto l’intervento dell’elisoccorso, atterrato di lì a qualche minuto. Ma le ferite sono state fatali e a nulla sono servite le manovre salvavita. Il presidente della società: «Ogni giorno faceva quella strada» «Faceva tutti giorni questa strada. La squadra come al solito lo stava aspettando ma non arrivava, così i suoi compagni hanno deciso di andargli incontro — prova a ricostruire Riccardo Dalvit, presidente del Montecorona — Quando si sono visti sbarrare la strada dai carabinieri a causa di un incidente, hanno capito tutto». Il dolore dei parenti e della comunità: «Siamo tutti in lutto» La famiglia è in ginocchio, il paese di Fornace è sconvolto. «Tutta la comunità è in lutto, ci stringiamo intorno alla famiglia», ha raccolto il dolore dei compaesani il sindaco Mauro Stenico, che ha raggiunto sul luogo dello schianto il padre Luca, titolare della segheria Lorenzi di Valle Fornace, la madre Erica e il fratello. Ancora increduli. Chiusi nella sofferenza. «Una tragedia è sempre dolorosa, ma lo è ancora di più in una comunità piccola come la nostra — ha proseguito il primo cittadino — Adesso è il momento della preghiera». L'autista disperato ripete: «Non l'ho visto arrivare» Per fare luce sull’esatta dinamica e accertare le responsabilità sono al lavoro gli inquirenti, anche se lo stesso autista, disperato, ha ammesso di essere uscito dallo stop senza accorgersi dell’arrivo della bicicletta. Il suo furgone era ancora in mezzo alla carreggiata, con lo specchietto e il finestrino distrutti dall’impatto, mentre seduto su un muretto a bordo strada ripeteva allo sfinimento di non averlo visto. Con le mani che non si staccavano dal volto. I compagni di squadra e l'allenatore rimasti increduli Gli amici che lo aspettavano ancora non si capacitano: «Un ragazzo d’oro, di grande umanità, l’atleta che tutti avrebbero voluto avere in squadra e che qualsiasi direttore avrebbe voluto avere come corridore — lo ricorda Dalvit — Ci lascia un vuoto enorme, non lo dimenticheremo mai». Fanno eco le parole del suo allenatore, Erwin Dallio: «Era un ragazzo con la testa sulle spalle. Amava la bici e pensava tanto agli allenamenti, ma riusciva sempre a coniugare anche gli impegni della scuola. Non pensavo potesse finire così». Il dolore del mondo della bicicletta Il mondo della bicicletta è in lutto, e questa tragedia si inserisce nella drammatica lista dei corridori, professionisti e non, che sulle strade ci rimettono la vita. La morte di Lorenzi rende sempre più urgente ripensare il confine tra i diritti dei ciclisti e le rivendicazioni degli automobilisti. Simoni: «Anche i più esperti di non possono nulla in quei casi» Ha pochi dubbi Gilberto Simoni, vincitore di due Giri d’Italia e membro del direttivo della Montecorona. Conosceva Matteo: «Mi sembra di rivivere la tragedia di Scarponi», il campione che nel 2017 morì dopo lo scontro con un furgone mentre si stava allenando per il Giro. «Venire a sapere della notizia di Matteo è stato un pugno allo stomaco — così Simoni — Anche i ciclisti esperti, che conoscono le dinamiche della strada, di fronte alle negligenze degli autisti non possono fare niente. Chi ha l’auto cerca di essere padrone della strada». Il nodo della sicurezza stradale E, allargando il ragionamento anche a chi frequenta le strade in sella da appassionato, precisa: «Partecipo ai convegni e i numeri che emergono sugli incidenti fanno paura. E non solo per i tesserati sportivi». Anche se, in questi momenti, per il campione trentino rimane prioritaria la vicinanza alla famiglia: «Il loro dolore è inimmaginabile, ma anch’io ora sento il loro stesso vuoto. Non riesco ad accettare che un ragazzo così giovane non possa avere un’altra possibilità». Anche la sindaca di Civezzano, Katia Fortarel, si unisce al cordoglio: «Notizie di questo tipo non si vorrebbero mai sentire, siamo vicini alla famiglia». (enrico pruner – corriere del trentino) |