Nizza (Francia) – domenica 21 luglio 2024 - Il Cannibale parte 2. Questo soprannome nel mondo del ciclismo da oggi non appartiene più soltanto a Eddy Merckx. In attesa di vederlo anche in maglia iridata (prima o poi succederà), o magari con un oro olimpico al collo, Tadej Pogacar può intestarselo a pieno diritto. Il 25enne fenomeno sloveno ha vinto il suo terzo Tour de France, facendo quella doppietta con il Giro dello stesso anno che, prima di lui, per ultimo era riuscita a Marco Pantani 26 anni fa, nel 1998. Ma oggi 'Pogi' ha anche migliorato il record che condivideva proprio con Merckx, quello di aver vinto undici tappe fra Giro e Tour di uno stesso anno. Lui lo ha portato a 12 perché è riuscito a vincere anche la cronometro individuale di Nizza, stracciando gli avversari e conquistando il sesto successo parziale in questa 'Grand Boucle'. Un mostro, sulle prestazioni del quale dall'Olanda sollevano dei sospetti, ma lui non se ne cura e tira dritto. E meno male che ieri, dopo essersi imposto sul Col de Couillole, aveva detto che la crono conclusiva, di 33,7 chilometri, l'avrebbe corsa in relax, pregustando il podio finale e senza avere l'ossessione di vincere a tutti i costi. Invece ha di nuovo lasciato tutti a bocca aperta., in primis Jonas Vingegaard, piazzatosi secondo a Nizza e in classifica generale, e quel Remco Evenepoel che teneva moltissimo a vincere oggi, e che, nonostante il pianto per la delusione a cui si à lasciato andare dopo aver tagliato il traguardo, può consolarsi pensando che la sua prova di oggi, chiusa al terzo posto a1'14» da Pogacar, può essere stata un buon allenamento in vista della crono dell'Olimpiade di Parigi che, in questo momento, è l'obiettivo dichiarato dell'ex campione del mondo belga. Certamente sabato 27 luglio sarà un avversario molto temibile per Filippo Ganna. «Ma in fondo va bene - dice Remco - dopo essersi ripreso dalle emozioni -, ho fatto un passo importante per la mia carriera, dimostrandomi capace di farmi valere ad alto livello per tre settimane. Non sono ancora alla pari di Tadej e Jonas, ma con il tempo ci arriverò". E gli italiani? C'è un pizzico di amarezza, perché Giulio Ciccone non è riuscito a conservare il decimo posto in classifica, scendendo di una posizione dopo il 36/ o posto in questa crono finale. Così a Nizza, dove il Tour si è concluso perché Parigi è già 'riservata', e blindata, per le Olimpiadi, il palcoscenico è tutto per Pogacar, il quale ammette che di aver vissuto «un Giro di Francia perfetto, perché qui ho vissuto soltanto dei giorni felici. Sono super felice di questa vittoria che arriva dopo due anni difficili al Tour, in cui ho sempre commesso degli errori. Quest'anno, invece, è andato tutto alla perfezione». «Lo dico - aggiunge -, perché questa è la mia grande corsa a tappe in cui ogni giorno ero in totale fiducia. Neppure al Giro, dove comunque credo di aver vinto bene, mi era capitato. Ma cosa si prova ad aver fatto la doppietta Giro-Tour? «Riuscire a farla è incredibile - risponde Pogacar -. Quando ho vinto il Giro, alcuni hanno detto che mi sarebbe servito come 'rete di sicurezza' se non avessi vinto il Tour. Vincere il Tour rappresenta comunque il livello superiore. E vincere i due è il livello successivo». «Viviamo nell'epoca d'oro del ciclismo - dice ancora -. La rivalità con Evenepoel, Vingegaard e Roglic è semplicemente incredibile, e dobbiamo sfruttare questo momento». Intanto chi se la gode è lui, il nuovo Cannibale, per lasciar vincere qualcosa agli altri c'è sempre tempo. |