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LA TRAGEDIA - Morte Furrer: Uci «Ancora non sappiamo cosa sia successo»

Zurigo (Svizzera) sabato 28 settembre 2024 - «L'incidente di Muriel Furrer colpisce tutti noi. I nostri pensieri sono rivolti alla sua famiglia, ai suoi amici, alla federazione svizzera e a tutta la comunità ciclistica. Questi campionati del mondo dovevano essere una celebrazione, ma si sono trasformati in una tragedia. Ci sentiamo tutti in colpa». Parole del presidente dell'Uci David Lappartient nel corso di un'affollata conferenza stampa in cui molte delle domande, inevitabilmente, hanno ruotato intorno alla tragedia di giovedì. «Quando organizziamo i Mondiali, dovrebbe essere il momento più importante della stagione per tutte le nostre federazioni - ha detto ancora il dirigente che è anche candidato alla presidenza del Cio -. Ma è un momento particolarmente importante per i giovani. Spesso è la prima volta che fanno parte di una squadra nazionale o che partecipano a una competizione ciclistica di tale importanza». Non è stato così per Muriel Furrer, che correva per la nazionale di casa, la Svizzera, e ha perso la vita a soli due chilometri da casa. «Non sappiamo esattamente cosa sia successo - ammette Lappartient -. È compito della polizia e delle autorità locali stabilirlo. Mi fido di loro e non voglio trarre conclusioni». Al centro delle polemiche continua a esserci il fatto che la ragazza, caduta a causa dell'asfalto reso viscido dalla pioggia, in un tratto di strada ripido lungo un bosco nei pressi di Küsnacht (alle porte di Zurigo) e finita in un dirupo, è rimasta senza soccorsi per oltre un'ora. Nessuno dell'organizzazione si è accorto dell'accaduto finché non è mancata all'appello e allora ci si è mossi trasportandolo d'urgenza, con un'eliambulanza, in ospedale. Però il velivolo è intervenuto dopo quasi due ore dall'accaduto, come hanno fatto notare gli abitanti del posto, e come confermerebbe un video pubblicato dal sito elvetico Blick, e quindi era troppo tardi per poterla salvare. Ma non è tutto, e la cosa più assurda, da quanto sarebbe stato accertato finora, è che le cicliste in gara nella prova Juniores avrebbero effettuato anche un secondo giro passando nel punto dove era scivolata Furrer, che era agonizzante poco lontano senza che nessuno se ne fosse accorto. Ma di questi particolari il presidente non ha voluto prlare, sottolineando invece che «le indagini potrebbero richiedere del tempo. Gli investigatori lo faranno al ritmo che riterranno necessario». «Il ciclismo non si gioca in uno stadio chiuso, come ad esempio il calcio, dove i rischi sono limitati - aggiunge Lappartient -. Il ciclismo si svolge su strade aperte e la maggior parte degli incidenti gravi o mortali nel nostro sport avviene durante l'allenamento. L'elenco si allunga sempre di più, ed è anche una questione di buon senso». Intanto oggi a Zurigo è stato osservato un minuto di silenzio prima della partenza delle prime gare di paraciclismo. Le bandiere sono state esposte a mezz'asta intorno alla zona di arrivo e i vari eventi organizzati per quella che doveva essere una festa della bicicletta sono stati annullati, compreso il tradizionale gala organizzato dall'Unione Ciclistica Internazionale. Che ora potrebbe ripensare al fatto se sia opportuno raggruppare le gare giovanili con quelle professionistiche ai Mondiali: il discorso è stato riaperto.

 

 

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