Zurigo (Svizzera) – sabato 28 settembre 2024 - Visto il percorso e il tasso di qualità dei partecipanti quello di Zurigo 2024 avrebbe potuto essere il Mondiale di ciclismo più bello degli ultimi anni. Ma la tragedia della morte della 18enne Muriel Furrer nella corsa delle juniores fa passare tutto il resto in secondo piano. Con grande dignità e coraggio, la famiglia della vicecampionessa svizzera ha voluto che si andasse avanti, per questo è stato rispettato il programma con le corse previste nel week end. Ecco allora che ci si deve occupare della grande sfida fra Tadej Pogacar e Remco Evenepoel, entrambi con la possibilità di compiere un'impresa che rimarrebbe negli annali. Lo sloveno, vincendo, raggiungerebbe Eddy Merckx e Stephen Roche, finora gli unici due nella storia del ciclismo ad aver vinto, rispettivamente nel 1974 e nel 1987, Giro, Tour e Mondiale nello stesso anno. Se invece arrivasse primo Evenepoel, che campione del mondo della prova in linea lo è già stato nel 2022, porterebbe a compimento un poker senza uguali, avendo già vinto quest'anno l'oro olimpico sia nella cronometro che nella prova in linea, e l'oro mondiale nella crono. Remco ci pensa seriamente, e su un percorso che sembra quello di una Liegi-Bastogne-Liegi o un Lombardia darà battaglia, sperando, come ha detto ieri, «ad uno sprint con Pogacar: lui è più veloce». Il via verrà dato da Winterthur, con 70 chilometri caratterizzati da tre salite, un paio delle quali toste, poi un circuito cittadino di 27 chilometri a Zurigo, con due strappi (Zurichbergstrasse, meno di un chilometro all'8,4 per cento e Witikon di quasi due chilometri al 6,2) da ripetere sette volte. Sembra l'ideale o quasi per Pogacar, che non a caso è il favorito numero uno e non si nasconde, avendo sottolineato nelle dichiarazioni dell'antivigilia che «la maglia iridata è il sogno di ogni corridore, e anche io voglio conquistarla». Ma Evenepoel sarà un osso duro da rodere per il fuoriclasse sloveno, che non sa se nella propria nazionale avrà in Primoz Roglic, recente vincitore della Vuelta, un alleato o un altro rivale da cui guardarsi. Detto che il pubblico di casa sarà tutto per Marc Hirschi, annunciato in gran forma e un altro al quale si adatta bene il tracciato di domani, non si può non tenere conto della voglia di fare il bis del campione in carica Mathieu Van der Poel, eroe delle corse di un giorno che quest'anno ha vinto Fiandre e Roubaix ma ha deluso all'Olimpiade. Ora VdP, l'olandese figlio e nipote d'arte, dopo essere calato di peso, si sente pronto a fare da terzo incomodo, e dice di credere che «sia un vantaggio essere già stato campione del mondo. Questo era in ogni caso un obiettivo che volevo raggiungere nella mia carriera e che sicuramente mi da maggiore tranquillità. Remco e Tadej non credo che si guarderanno molto, ognuno farà la propria gara, ma se andiamo a vedere quello che hanno fatto quest'anno, allora penso che entrambi meritino di vincere il Mondiale». E l'Italia, che non vince un Mondiale dal 2008 con Alessandro Ballan? Gli otto azzurri del ct Daniele Bennati si dicono pronti a dare tutto e a fare da guastafeste, «pronti a cogliere ogni opportunità", come dice Bennati. Vederne uno sul podio sarà difficile, ma il tecnico spera in Tiberi (che però sembra più uomo da corse a tappe) o magari in un colpo di coda di Ulissi, al suo ottavo Mondiale. Ci sarà, all'esordio in questa prova, anche Giulio Ciccone, ma per lui sembra più adatto il Mondiale del prossimo anno, quando si andrà per la prima volta in Africa e quella che si svolgerà in Ruanda sembra proprio una prova per scalatori. (alessandro castellani - ansa) |