Giovedì 10 ottobre 2024 - Montichiari verso il dissequestro, Spresiano verso l'apertura: il ciclismo su pista azzurro è a un passo dal traguardo, anche quello degli impianti dopo i successi in gara. «Nello spazio di pochi anni abbiamo radicalmente cambiato la prospettiva», dice il presidente della Federciclismo, Cordiano Dagnoni, impegnato nel risolvere un nodo centrale della pista italiana: la cronica assenza di impianti coperti, sia per la base sia per il ciclismo di vertice. La visita del presidente del Coni, Giovanni Malagò, al velodromo di Montichiari in occasione di un recente raduno della nazionale e le dichiarazioni di questi giorni del sindaco della località bresciana, Marco Togni, riguardo la prossima apertura dell'impianto anche alle società ciclistiche ha riproposto il tema dell'impiantistica per il ciclismo. In vista dei campionati del Mondo che si terranno la prossima settimana in Danimarca e sulla scia dei successi ottenuti anche a Parigi, il presidente Dagnoni fa il punto sulla situazione. «Le parole del sindaco Togni sono chiare: i lavori sono stati ultimati. Realizzati alcuni passaggi burocratici, nel giro di un mese e mezzo si potrà procedere con il sopralluogo che dovrebbe farne diventare operativo il dissequestro» di Montichiari. L'impianto di Lovadina di Spresiano, nel trevigiano, sarà invece «la casa del ciclismo azzurro», come da programma. «Siamo consapevoli che per rendere il nostro Paese moderno dal punto di vista dell'impiantistica c'è bisogno di impianti moderni e coperti - dice - Per questo motivo, sin dall'inizio del nostro mandato, abbiamo lavorato per recuperare il velodromo di Spresiano e posso dire che, con il prezioso contributo di istituzioni ed Enti locali, a breve potremmo dare buone notizie anche per questa realtà". «In generale, per quanto riguarda la situazione degli impianti, abbiamo ereditato una situazione a dir poco drammatica - sottolinea - Montichiari aveva bisogno di importanti lavori di ristrutturazione, Spresiano giaceva come cantiere imbrigliato all'interno di un fallimento della ditta costruttrice; numerosi centri della pista erano inoperativi e diversi impianti chiusi per mancanza di fondi per la manutenzione. Nello spazio di pochi anni abbiamo radicalmente cambiato la prospettiva». «Montichiari - fa il punto Dagnoni -, attraverso un bando pubblico ha ottenuto i fondi del PNRR per realizzare il centro di preparazione olimpica». Attualmente sono attivi oltre 20 velodromi, con Padova, Crema, Cento e Bassano del Grappa sottoposti a ristrutturazione e omologazione negli ultimi anni. «Ci siamo mossi poi con le amministrazioni locali per favorire la sistemazione di alcuni impianti che potrebbero vivere di una nuova vita. Penso al Velodromo di Palermo, ora chiuso, per cui il Comune ha messo a disposizione i fondi per la ristrutturazione. La Regione Friuli Venezia Giulia ha da poco concluso l'iter per il finanziamento della copertura del velodromo di Pordenone e già stanziato i fondi per riqualificare quello di San Giovanni al Natisone». «Su questi impianti - la conclusione di Dagnoni - abbiamo rilanciato l'attività di base. Nel 2022 abbiamo terminato un censimento dei centri territoriali. Abbiamo aumentato i contributi per l'attività di base della pista. Il trofeo delle Regioni di pista ha interessato ragazzi di tutta Italia, dagli esordienti agli juniores. Gli effetti si vedono anche nell'alto livello: ai mondiali jr. abbiamo conquistato due titoli mondiali e numerose medaglie. Per il terzo anno consecutivo il quartetto dell'inseguimento è campione del mondo e ogni volta che scende in pista abbassa il limite mondiale. Il fatto che questo accada per tre anni consecutivi in una categoria in cui la permanenza degli atleti è solo di due anni dimostra che abbiamo un ricambio ogni anno. Insomma abbiamo gettato le basi per un futuro ancora di primo livello, oltre ad aver riconsegnato alla comunità impianti strategici per lo sviluppo dell'attività". |